DELLA LETTERATURA INGLESE. 3l poca licenziosa eli Carlo, ed ebbe parte più appresso nella rivoluzione del 1&88, e continuò ad occupare cariche vistose (ino al tempo del gran favore di Marl-borough. Geloso di tal rivale , abbandonò la corte , ove non pertanto fu richiamato. Sotto Giorgio I non si occupò più che di letteratura, e morì nel 1721 nell’anno medesimo in cui trapassò Newton. Egli merita di essere annoverato fra i classici pel suo poema didattico sull’-^/rie di scrivere.Non è quiilluogo di osservare che le poetiche non sono buone a nulla, e che quelli, i quali sanno aprirsi strade novelle, non ne approfittano in niuna maniera. Io credo che Sheffield abbia aperto 1’ aringo fra gl’ inglesi. Egli tratta successivamente della canzone, dell’ elegia , dell’ ode, della satira , del teatro, e in fine dell’ epopea ; e i precetti eli’ ei dà sono molti saggi. Benché il suo stile sia molto puro, tuttavoita è languido. Come autore didattico convien mentovare eziandio Aaron Hill , il quale compose fra le altre poesie 17Arte del commediante, e Guglielmo Broone , autore di molte imitazioni di Anacreonte , scritte con gusto , e il cui ingegno ha molta rassomiglianza con quello di Cristoforo Pitt. Come se la letteratura inglese di que-