io8 compendio della storia ( Monody ) , poema nel cf uale appalesa la sua sventura in espressoui commoventissime. Non posso qui nulla riportare di tal componimento, il cui difetto consiste nell essere soverchiamente lungo, nel mentre che il dolore è energico e breve; ma riporterò il seguente curioso passo di Lyttelton della sua Epistola , che scrisse in Francia, ed in cui fa Una singoiar dipintura della nazione francese. Ecco una gente ch’io ammiro e compiango: ella si accende de’più nobili sentimenti della gloria , e pure affazzonata dalla forza dell’uso e dall’influenza della bizzocheria, serve con orgoglio e si vanta del giogo che la incatena. I suoi nobili sono nati al tempo stesso per obbe" dire e comandare; vili nelle corti, ne’campi soli valorosi. Da ogni vile strumento del potere g»i e giulivi ricevono le leggi, che le loro armi formidabili impongono quindi all’Euiopa. Questo popolo è vano nella sua miseria e conlento nell* sua schiavitù; sempre gaio, anche quando g'1 si tolga il suo, ed industrioso, sebbene oppresso. Le sue felici follie lo sublimano al di sopra dell» sorte sua; è in somma l’invidia e’l riso de’s“01 vicini. E pur qui non ¡sdegnarono lo muse di n10' strarsi per un istanle , per l’efimera influenza d’una corte proteggitrice. Qui fu che a iloileati, il quale con invincibile buon senso e con unosp1' rito mordai e, tolse gli aulitili a modelli e seri*® al paridi loro, fu concesso d’infamare i vi'} cl tadiueschi, mediante l'incenso eli’ egli aule» »