HO COMPENDIO DELLA STORIA do ci dipinge l’angelo del male che coglie con una sublime superbia 1’ occasione di regnare sulle infernali regioni, e che pronunzia queste parole nel prender possesso del suo regno ? Addio , felici campi , ove la gioja Perpetua dura. E voi salvate , ornai Retaggio nostro sol, Notte od Inferno. Il novo signor tuo , tartareo mondo , Accogli dunque , in che a mutar pensiero Non ha possanza nè stagion nè loco. Regna l’alma in sè stessa ; Ella far puote Del Ciel l’inferno e dell’inferno il Cielo. C■ i- In tutto questo si ravvisa il vero ideale. Ove mai Milton avea veduto quel terribile deserto del caos ove lancia Sa-tanno ; quel quadro che ti rapisce del cielo e de’cherubini, i quali si fanno velo delle proprie ali nell’accostarsi che fanno al trono di Dio ; quella piacevolissima dipintura del paradiso ; quelle celesti falangi , splendenti nella loro divina armatura , e quel carro del figliuolo di Dio che procede lanciando la folgore da tutte parti ? Chi mai lo iniziò ai misteriosi secreti di quell’ amore immaculato , di quella deliziosa innocenza di Adamo e della sua donna? Non v’è modello che si possa concepire avvicinarsi alla dipintura che Milton fa di Èva. Come ancora questo insigne poeta potè pervenire all' idea