DELLA LETTERATURA INGLESE. l83 zìa moderna , presentano lo stésso carattere di quelle di Bjron , con più genio e minor profondità. Nondimeno in tutti questi romanzi , conosciuti cotanto di' è inutil cosa di nominarli , vi ha forse un sistema fisso, una teorica stabilita , una massa d’idee predominanti? Affatto affatto : i diversi entusiasmi, di cui l’anima umana è capace, vi sono raccontati con fedeltà e bellezza , ma senza indizio alcuno di un convincimento in politica o in filosofia. Ho creduto per poco che 1’ autore di Waverley dipingesse seriamente l’entusiasmo puritano; ma egli si è tosto perduto nel dedalo delle corti ; è passato pel palagio di Kenilworth per giugnere alla sala di Giacomo I , e di là alla corte di Carlo II. Verun convincimento non si appalesa del pari nell’epopea in prosa intitolata Ivanhoe ; ed appena il giudeo è serio, che divien tosto ridicolo. Walter Scott ci ha fatto dunque percorrere una galleria molto piacevole ; ma qual lezione positiva ed applicabile rimarrà per le vegnenti generazioni ne’ suoi tanti volumi di romanzi P vi ha in essi qualche cosa, da cui trar potesse profitto la posterità ? In quanto alle opere sì svariate di By-ion, il fatto è assai più manifesto. Tutti