COMPENDIO DELLA STORIA Oli! vedi tu quella pallida schiera ?. Son gli spettri de’ Greci in guerra uccisi ; Stanno i co pi nel piano inonorati , Fremono i mani non ancor placati ! Tu la vendetta or compi, ed abbia pace La compagnia de’ forti, Che sollevan le faci , ed alle morti Te chiamano , e agli incendi. Abbatti , sperdi L’ are eie’ Persi , e più non splenda il giorno Su’ santuarii degli avversi Numi! Tutti applaudirò, ed in furor conversa Freme la gioia. Primo Scuote una face il rege ; al suo si mest e L’ alto incendio di Taide , e scorre intorno ; Di Taide , che novella Elena siede Plaudendo al fumo di notturne tede. Cosa singolare! non sembra ebe Dryden avesse dubitato di tutto il genio che seppe impiegare in questo lirico componimento. Egli non lo stimava sublime quanto alcune altre sue poesie , le quali hanno purtuttavolta meno di grandioso ; e pure quest’ode non gli costò che la fatica di quindici giorni ; ciò eh’ era molto per uno scrittore , la di cui intellettuale produzione era quasi istantanea. Piuttosto per ’¡scrupolo per la fedeltà della storia letteraria , che pel di loro merito effettivo, io farò altresì menzione de’poemi ne’qualiDryden ha riunito con la sua eleganza di versificazione molte storie cavalleresche desunte dal Boccaccio e da