DELLA LETTERATURA INGLESE. l3 il suo cuore , e per procurare di piacerle nella terra incantata delle fate. Gloriami è la gloria, idolo degli eroi, e sotto questo nome poetico Spenser ha voluto dipingere la regina Elisabetta , a cui 1’ opera è dedicata. Arturo è 1’ allegoria della virtù, la quale racchiude tutte le altre', e clic Spenser chiama magnificenza , proponendosi di dipingere le altre dodici qualità eh’ei stima necessarie p«r formare il cavaliere compito , dando loro per ciascuna un cavaliere per rappresentante e per tipo. Egli immagina dunque dodici poemi o Leggendel’uno dall’ altro distinto , ognuno de’quali comprende in un tessuto di cavalleresche avventure lo sviluppo d’una virtù. In queste Leggende separate interviene Arturo per prestare il suo aiuto a’cavalieri , allorché gl’ incantatori e ì giganti loro suscitano ostacoli assai terribili. Ciò eh’ è singolare si è, che Spenser proponevasi di sciogliere tale intreccio soltanto alla fine del poema, clì’ei volea destinare alla descrizione. del Festino annuale ( thè an-nual Feast ) della regina delle fate, durante il quale dodici beltà sedotte , or-lani abbandonati , o re detronizzati , sarebbero venuti a dolersi colla regina delle fate, Gloriandosi quale dovea allora asse- 2