fj reuéhttoaScanòLptr ìt ficretario di B4ljiban,chegiia fu pre fo in battaglia. QuefloBallabanfù di ntnone/tftrì^uthlbi mefe ma cótadino,et fubdito del padre di Scand. *? fu, pre fi in [ futritia da Turchi infieme con più altri figlioli di gente cerniti! dina chegiuano dritto a buout. Nondimeno flette a fcruity di buomini di pretto,*? coji diuenne valent'bnomo, ilqual per ef fer flato il primo,che intraffi in Coflantinopòliquando da Tur, (hifu data la baiagli*gentralejlgran Tunho l’efilto afimilt . gloria. Durtp venuto cofi6ontra Scand.moJìranit affai tffertì amico.Et ncndmeno nel fuo intrinfico fu fttnprt il magior nei mico,cht m4ÌScandéautJfe nel modo fi come per li effetti fi bt mfìo,che fèmpre vigilaua far tutto quel male che potefficóctt nere larouinadi Scandjìmulanda fai fi) amicitia.Per poter pt gio nuocere. int’èdendoBallaban,cbe Sca.có lafuagenttfiri trauma nela valle chiamata Valcalrfi miffi ia ordine có.xv.mi ìaturchi acaumllo,*? tre mila a piedi,per andar di notte ad “fi j filtare Scand.Malui autjdto dal fuoffione,,li andò contri * Ac €orgedofi di ciò Ballaban cÓfùfog più riff etti,*? più per effit di/coperta la fitlfitafùa,*?finta amicitia, impero Jubito ritorno in dritta. Allhora Scanderbeg venne di qua dalla valltiprf i detta} 1? fi acampo nella cima di quella con tutta, la genti fili (he era di quattro mila huommi bene a causilo,et cinque cento fanti a piedi aliquali dijje cofi.Cariffimi miei, non ho dubbio, j (he domane e l”altro ¡alta più longa queflo tfaditor, *? nemico peffimo Eallaban venira a trouarne con tutto quel efircito Tu1 (ho.Mi par adùip che Vaffettiamo, et quado livedtrtmovtd re,cbefi partiamo daqutflo luogo,*? che andiamo a quel moi> j ticello,cbe dritto a noi,*? aciocbe flimino,che fendo noi pochi a riffetto lorofiamofùgiti per gran paura,*? che arditamene1 vtngkino ad incalvarne con molte aio. Allhora noi co maggia