ALLO ILL VSTRISSIMO SIGNORE,
    iUS'iederico Gonzaga, Duca di Mantoa dignijjimo, quel feruo del N <S4efu Chrijlo vero Dio,cbe all’età preferitefi ritroua vilificato,©■ in dignijjimo fra tutti li preti curati, con ogni baldetfa fi raccomanda.
 L T R E volteJ Signor InclitiJJimo, mojjo dai ^elo de l’honor tff gloria della cafa di Dio/t della pietà cbrifltaMiquafi impasto ntllafjjera^a delfiluator leju Cbrijlo fcrif fi vna epìjlola a ql Solimano principegrdde deTurchijftgli dedicai quel libetto volgari fato de fra Ricoldo Martire cantra l’Alcorano^ in quel* hjfeguendo in parte f orme de miei progenitori Jolluitaun lajua conuerftone alla fide nojlra JdntijjMa/ome da fàtui è ¡fiato propbeti^ato, & gli prometteua jer vedere, che più auantaggìo in quejla vita & l’altra hanno da Dio li veri & 1buoni chrijìiani che non hanno quanti l/iabumetmi}ne quanti kltri prophani nemici di quello fi trouano.Doppo que]to,per dar tejìimonio& fide}che io bauea depojla la verità^ che *liprocurava ogni bontàf volfi fitto breuita comporre in liti ?ua volgare la vita, Crgloriojigefli di quel Inclito Qeor* pio cajlrioth che in turcbefcho fi diceua Scanderbeg, <7 fi» hiio efflmplare di molte et frequenti vittorie contra tutti li poi nemici, In quel metfo colui chepiouer fice dal cielo le Pietre in fauor di lofue contra Adonifcdtch li altri regi auerfiry del pop alo Ifraehtko, fice che a Vienna, & ài* foia X unejì effo Turco vedeffe più chiurmctc qllo che eri li
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