o	padre inclito Scandii a quello dette in dono alquanti bel 'jO* degni caflelli della Apuglia.Et coft fotti li belli ringraa imenti.dr offerte dell}nn<t,& l’altra parte Scand. ritorno in lbaniafinojàluo,(p'fmro♦	Cap. XXIIII.
      Attendo intefà dalli Albaneft la venuta del fuo Stand, a faluamento con tanto triompho, li principali di quelli an orno tutti a fargli la debita reuerétta^tvifitare la celfìtudine a.cópretioft doni,et prefenti,di cojè pero da mangiare come vitelli graffi ,boui gioueni1eapretiJagne/li.caJìrati)fBgùni} flar ne¿oturni.gditi,tortore ¡quaglie,tordifieccafigigahneflicio* ni^aponijepori^onigli^eruijcapricli^ingiari^natre, oche}et oltre forti de vcelli/t aiali graffi,tt menuti domeftici,etfilli ufi ti,có ogni altra forte di vettoualia, & pefei ne tepi quadragefì Mali. Allega che finza q^iprefinti ¡la corte di Scad. jlaua fimi prefirnita^uando almeno tre mila, &• cinque cento boche di tótinuo mangiauano il pane fuo.Siche a quel modofcceua riera bona a tutti li Jùbditifuoi".& a qutlutp viftatori/ó richi,et ho noreuoli coititi,fedendo digrado in grado lifuoi principali or dittatamele alla mefifeto,et dando qualche volta da bere a qual ch’uno di quelli colJùo proprio calice,cofa che et in quel paefe fifìim digrandijjima imporUntia, quando che per tal atto fi babbia ritrovato alcun faldato hauer pojla la vita amore del fio fi gnor e che fi hauea dignato moflrarlifigno di tal amore.
Bipoi Scadendo a ritrouare ilfuo capitano che fìaua cojt alli confini con quella gente in quel loco coft lafiiata nel partir fi g «ndar in Apuglia douefmilmentefice molti c$uiti,&glorioji bagordi honejìifjimamentc. In quelli di fice più doni alli foi an>ici,et allifuoi principali foldati,aliquah donaua vejle di pan n° d’oro,ad altri di feta,a chi di fcarlatto/t di più altri colori. Ad altri donaua caualli,a chi denari a chi daua vna coft ,achi
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