236 Mi permetto citare, con una piccola variante nel titolo, questa interessante rassegna delle calzature contadinesche, e ciò come censura e complemento di un manchevole lavoro ili Gregorio Gre-gori (Milano, Italia agricola, 1890), in risposta a un questionario del comizio agrario di Terni. Il contributo deU’Ostermann interessa dimolto la storia dei costumi, anche per certe particolarità che dimostrano l’attento e coscienzioso osservatore. 174’/. Asio, note storiche del can. Ernesto Degani. (Nella Inaugurazione della strada Regina Margherita, Ricordo, Vito il’A sio, 14 novembre 1891) — Portogruaro, Castion, 1891; col. 10, 4". (S. A. F.) Asio, in luogo appartato al di là dell’Arzino, fu nel 900 rifugio temporaneo agli scampati dagli Ungari, ma la sua pieve è ricordata la prima volta nel 1186. Dei tre suoi villaggi, Clauzetto e Anduins appartennero più tardi alla giurisdizione di Pinzano, Vito a quella di Osoppo. E qui l’autore, abbandonando Asio alla sua oscuritò, è tratto a narrare le varie, e non sempre virtuose imprese, dei due giusdicenti, rettificando sui documenti, con critica arguta, talune erronee notizie del Liruti e del Palladio. In questa narrazione i nomi dei tre villaggi ricorrono sovente, non da soli, ma misti ad altri di spettauza «lei suddetti signori, i quali facevano pesare sulle popolazioni della pieve le loro angherie, anche quando allo due giurisdizioni sottentrò l’unica, più mite, dei Savorgnaui, che furono alla loro volta divisi ancora in due, e finirono, quelli di Pinzano «di marasmo senile», quelli di Osoppo «di morte violenta». Resta solo la memoria dell’antichissima pieve di S. Martino d’Asio (V. u. 573). — Lo scritto del Degani fu riprodotto per intero, meno la premessa d’occasione, nelle Pagine friulane, Anno v, n. 7 del 22 settembre 1892, pag. 105-108. 1748. Attimis e S. Nicolò, del P. P. Bertolla. (In Pagine friulane, Anno ìv, n. 10, pag. 102 e segg.) — Udine, Del Bianco, 1891 ; col. 9, 4°. (R. O-B.) Con sempre maggiore diligenza e competenza, l’autore si occupa di ricercare le memorie dei luoghi presso i quali risiede. Dopo aver detto come il culto di S. Nicolò si propagasse anche nella diocesi d’Aquileia, rileva l’esistenza di due chiese dedicategli presso il castello di Attimis superiore e lungo la via da Attimis