294 utile agli interessi di Venezia. La república invero aspirava al possesso di Latisana, e mentre quel luogo era stato dato in pegno dai conti di Gorizia ai Forzate di Padova, Venezia durante la guerra del 1412 ne aveva occupata la rocca, dando garanzie di proteggerlo contro chi volesse molestarlo. 1883. Documenti sulla parziale distruzione di Latisana causala dal Tayliamento nel secolo xvw, editi da Cesare Morossi. (Nozze Biaggiui-Zuzzi) — Udine, Patronato, 1892; pp. 22, 8° gr. (B. C. U.) Dall’archivio privato dell’editore furono ricavati questi documenti, che riguardano la fatale inondazione del 22, 23 e 24 dicembre 1779 che venne a coronare, per Latisana, i danni portati dalle precedenti inondazioni del 1770 e del 1774. Rimase asportato per 296 pertiche (oltre mezzo chilometro) « un intero borgo di settanta e più case con corti, ortaglie e fruttifere ed utili piante e massime di mori » ; così la relazione 2 agosto 1780 del perito Francesco Alvise Duodo che, pel riatto della riva di levante del ragliamento, iudicava necessaria la somma di 12 mila ducati. Il senato a sua volta dispose con deliberazione 10 febraio 1781 che, negato il taglio dei legnami nei publici boschi, sieno accordati per una volta tanto duemila ducati e l'esenzione per un ventennio di metà (cento ducati annui) della decima, visto che al rimanente della spesa occorrente possa provedere la Comunità e il consorzio dei Giusdicenti. Il senato fu indotto forse a sovvenire Latisana anche nella considerazione che il suo disastro avrebbe vantaggiato il commercio degli abitanti di Precenico, grossa villa imperiale confinante, posta sul fiume Stella. I documenti sono illustrati da utili annotazioni, fra le quali figura la notizia che i ripari portati al Tagliamento furono allora semplici palliativi, come si può dedurre dalla lieve somma impiegata, mentre la difesa attuale, compiuta dopo il 1851, costò circa un milione e mezzo di lire. 1884. Grandine memorabile nel 1571, nota contemporanea di Joseffo a’ Fabris, pubblicata da Elena Fabris - Bellavitis. (In Giornale di Udine, 23 giugno 1892, n. 149) — Udine, Doretti, 1892; col. ‘/i, fol. (R. O-B.) Cadde anche a Lestizza, patria del cronista, il 6 di settembre e fu desolatoria, tanto che la villa perdette 5mila staia tra miglio, sorgo e saracino.