333 legna nel bosco grande, nei ronchi, e pascolare in questi, e determinano che le udienze abbiano luogo ogni quindicina. 14)03. Documenti storici sui Fiorentini nel Friuli, del prof. Giuseppe Loschi. (Nozze Petronio-Jeronutti) — Udine, Patronato, 1893; pp. 42, 8°. (B. C. V.) Talvolta dati per disteso, tal altra riassunti, e tolti da molte fonti, quasi tutte inedite, i documenti (pii presentati dall’operoso e pur modesto professore, ci attestano quale importanza ed estensione avessero in Friuli molti cittadini fiorentini, che da soli o con le loro famiglie, qui vennero a dimora dall’ultimo quarto del secolo xiii a tutto il xiv, non tanto fuggenti dalla patria le fazioni dei guelfi e dei ghibellini, quanto accorsi volontariamente « per attendere ai traffici, ai cambi, alle imprese dei dazi e pur troppo non di rado anche alle usure ». Fin da principio li vediamo specialmente numerosi a Gemona e a Udine. La compagnia dei Capponi ottiene le mute di Monfalcone, Chiusa, Gemona e Tolmezzo, e il privilegio lucroso di estrarre la pece; altri più tardi esercitano le mute di Aquileia e di Cividale, e altrove prendono beni o industrie in affitto. In compenso i fiorentini beneficano i luoghi che li accolgono, e mentre a Cividale danno incremento alle chiese e agli ospedali. Lappo Amidei a Gemona promette usare a beneficio della chiesa il denaro ricavato dalle usure che molte comunità non dubitavano di concedere per essere sovvenute di prestiti. D’altra parte la stessa industria monetaria era affidata ai fiorentini, ed è risaputo che Dino, dal patriarca Bertrando (27 aprile 1336), e Zilio, dal patriarca Nicolò (24 settembre 1351), ebbero successivamente incarico di coniar moneta. Cosi i fiorentini entrarono a far parte anche delle faccende politiche come quando Sinibaldo dei Bardi nel 1357 fé’ tregua coi signori di S. Daniele, come più tardi questa potente famiglia lottò con gli Udinesi contro Filippo d'Alencon. L'erudito libretto si chiude con un riassunto suH’origine e la diffusione dei Bardi e dei Capponi in Toscana ed altrove, e con un compendio dell’altra famiglia fiorentina Manin che abitò, in alcuni suoi rami, Aquileia, Cividale e Udine. 1004. Brunoro della Scola e l’invasione degli I ngio i, del 14IL, di G. Cogo. (In Nuoro Archivio Veneto, Tomo v, pag. 295 e segg.) — Venezia, Visentini, 1893; pp. JJ8, 8°. (lì. O-B.)