303 di Sauris, sulla fede di ben note monografie (V. n. 587, 588, 697). Di Timau, nemmeno una parola. 1903. L’antico Trinavo e le vie Gemina e Poslumia, del dott. Carlo Gregorutti. (In Archeografo triestino, Nuova Serie, Voi. xvi, pag. 259 e segg., 377 e segg.; Voi. xvii, pag. 166 e segg., 363 e segg.; Voi. xvm, pag. 37 e segg.) — Trieste, Caprili, 1890-92 ; pp. compì. 224, 8°. (R. 0-B.) Come lo indica il titolo, si compone l’erudita memoria di due parti distinte. Nella prima, rifacendosi l’autore su quanto si disse dai tempi antichi ai nostri, da storici, geografi e poeti, intorno al famoso Timavo, dimostra non doversi esso confondere con le fontes del Timavo o sorgenti di S. Giovanni di Tuba presso Duino. Per lui l’antico Timavo deve cercarsi nell’Isonzo, interpretandosi discretamente un passo di Vitruvio (Lib. vra, cap. li) sfuggito agli eruditi. Confuta il Kandler che sosteneva l’esistenza di due laghi sopra Rubbia (V. il. 68) e sopra S. Lucia (V. n. 144) nella valle dell’Isonzo, e a questo fiume nega che possa chiamarsi, con lo Czòrnig (V. n. 425), il più recente d’Europa. Professando il più alto rispetto alla dottrina geologica del Taramelli, deplora che delle ragioni storiche non abbia tenuto il debito conto. Ma la parte principale della ricerca si aggira sulla esistenza antica del famoso ponte romano di Ronchi, i cui avanzi cospicui furono scoperti tra il 1680 e il 1880, e sul quale passavano le vie Postumia e Gemina e sotto il quale scorreva il Timavo, identico col Sontius. Nega l’autore che tal ponte si debba cercare alla Mainizza, come vollero alcuni, e congettura che le sette famose foci del gran corso fluviale corrispondessero alle seguenti correnti moderne: Isonzato, Sdobba, canale Correntia col porto Alberoni, Fiumicino e i porti Cavana, Panzane e Rosega. Al proprio intento l’autore mette a contribuzione tutte le notizie storiche, geografiche, topografiche che ci rimangono e interpreta il linguaggio dei documenti e della toponimia, rilevando, come necessaria conclusione, le deviazioni verso occidente del corso inferiore del Timavo (Isonzo), che, abbandonato a sè stesso per varie cause, mutò la primitiva nella foce attuale. Ma se in questa parte del suo lavoro, il Gregorutti aggiunge necessariamente a molte divinazioni erudite una serie di congetture, alla seconda parte, dove tratta della percorrenza delle due vie militari romane, la Gemina da Morsan fino al ponte di Ronchi e al porto interno di