56 mente air Italia si vedono riflesse nella circostanziata statistica, che chiude la Cronaca, delle forze militari e delle entrate di cui il Turco disponeva, messe a riscontro con quelle dei singoli stati cristiani. 1305. Avv. Carlo Podrecca. — Slavia italiana. Le vicinie, istituti amministrativi e giudiziari in relazione a quelli del Friuli e alla storia comune. — Cividale, Fulvio, 1887 ; pp. 215, 8°. (S.A.F.) Il troppo ardente scopritore di una Slavia Italiana continua nei suoi studi (V. n. 950, 1053) che suscitarono tante giuste rimostranze, come quelli che hanno creato nel regno d’Italia una questione slava che non esisteva. È notevole la grande copia di materiali raccolti dell’autore, il quale non limita le sue ricerche al distretto di S. Pietro al Natisone, ma rincorre in tutto il Friuli, ovunque sieno, i nomi slavi dei luoghi, per dimostrare non solo l’esistenza della vicinia slava nella montagna sopra Cividale, ma anche nella pianura friulana. Ma di questi materiali indigesti manca affatto l’ordinamento, chè tale non può dirsi la semplice successione cronologica dei capitoli. Il libro quindi non si compendia, ma si può consultare, tanto più che l’autore dà copiosi spogli degli Statuti, degli scrittori, e riferisce gli appunti e i documenti che ebbe da studiosi viventi, come il Gortani, il Baldissera, il Leicht e molti altri. Se non che, per esser giusti, l’autore non si limita alle vicinie slave, ma registra anche le altre ed è quindi condotto a sviluppare largamente il suo tema, spiegando le attribuzioni amministrative e giudiziarie della vicinia ed il suo organamento. Ciascun periodo della storia friulana è diviso in due parti, rispetto alle vicinie; la seconda parte è sempre riservata alla Schiavonia, nò si può dire privo-d’interesse quanto l’autore raccoglie, ad esempio, pel periodo veneto (pag. 87-142) quando le vicinanze grandi o banche (giudizi civili e penali) delle convalli di Antro e di Merso erano donate di grandi privilegi ed esenzioni dalla república e perfino considerate autonome e (12 ottobre 1658) separate « non solo dal territorio stesso di Cividale ma dalla patria ancora». Le cause, curioso particolare, potevano appellarsi reciprocamente dall’una all’altra banca. — L’ultima parte del volume ricade nella polemica, e non possiamo occuparcene. Solo è da osservare che la vicinia, abolita di diritto dal governo napoleonico, e cessata di fatto nel 1850 anche in alcune ultime frazioni che la conservavano (V. n. 950), riapparve quasi do-