Ili 0 1438. Fame e peste in Friuli negli anni 1627 e 1628, nota contemporanea trascritta dall’ab. P. Bertolla. (In Pagine friulane, Anno i, n. 6, pag. 94) —Udine, «Patria del Friuli», 1888; col. 2, 4°. (R. O-B.) La nota è estratta dal Libro Strumenti della fabriceria di Grions di Torre. Yi si dice che lo scirocco durato tre anni continui in Friuli distrusse i prodotti per modo che ne venne grande carestia, seguita da febre maligna (V. A. 1890), onde morirono in Udine quattromila persone. Seguì poi il famoso contagio, da cui Udine stessa e molta parte del Friuli rimasero immuni. 1J39. Uri invasione di locuste in Friuli nel secolo xiv, relazione di Matteo Clapicco. (In Pagine friulane, Anno x, n. 4, pag. 60) — Udine, «Patria del Friuli». 1888; col. 1, 4°. (R. O-B.) E stesa in latino da questo noto scriba della Comunità di Udine, e l’invasione è del 1642. Se ne deduce che nel Friuli le locuste abbiano distrutto 160mila staia di biada. Secondo la deliberazione del 40 settembre chi, raccolto un pesinale di esse locuste, le avesse poi sotterrate in apposite fosse, riceveva in premio quattro soldi. 1430. Decreto del luogotenente di Udine 26 ottobre 1637, documento publicato da Ernesto D’Agostini. (Nozze Delli Zotti-Bar-dusco) — Udine, Bardusco, [1888]; pp. 7, 8° gr. (S. A. F.) Il luogotenente della Patria, Alvise Foscarini, accoglie, con questo decreto, le rimostranze dei poveri comuni della Carnia contro il gastaldo, i giudici ed altri ministri della terra di Tolmezzo, che recandosi sopra luogo in occasione di «omicidii, sbari, o ferite mortali » esigevano, sotto varii pretesti, grosse somme per la istruzione dei processi. Era dunque stabilito che i comuni avessero a contribuire soltanto le spese pel vitto e per lo stallaggio dei cavalli, se si movessero il gastaldo e un giudice pei casi gravi, e se il sopralluogo fosse fatto invece dal cancelliere con un ufficiale, si desse in aggiunta al primo lire 3.2 e al secondo lire 1.11. Le competenze del gastaldo e del giudice dovevano contribuirsi dalle parti, solo nel caso che venissero condannate. Noto la stranezza, non sempre rigorosamente osservata, di riprodurre nella stampa le lettere s e f, quali appaiono nelle vecchie scritture.