395 l’articolo di L. M. in Gozzetta di Treviso, riprodotto in Pagine friulane, Anno vn, n. 12, copertina, il giudizio di ('. Musatti in Patria del Friuli, 17 luglio 1894, n. 169. Altri però mosse gravi appunti a questo libro: l’autore stesso ne pigliò la difesa in lettera aperta al prof. F. Musoni, in Patria del Friuli, 15 agosto 18!) 1. n. 194, col. 3, fol. 3105. Gli statuti di Prodolone, studio del prete P. Bertolla. (In Pagine friulane, Anno vii, n. 2, pag. :52 e segg.) — Udine, Del Bianco, 1894, col. 0, 4°. (R. U-H.) Dall’archivio del marchese di Colloredo trasse il Bertolla gli elementi di queste notizie che entrano nella genealogia dei Prodolone, derivati coi Mels e coi Colloredo, dai Walsee (V. n. .'ISO, 470). Un disegno del castello di Prodolone fatto nel 1755 dal perito Pantaleoni e altre indicazioni gli permettono di descriverlo per minuto, con l’accenno ai successivi incrementi e migliorie. Morto Carlo-Erasmo, ultimo dei Prodolone, nel 1753, il castello, dopo una lite, toccò ai Colloredo. Erano i Prodolone giusdicenti della villa omonima e di S. Floriano. In antico si servirono forse degli statuti di Mels, ma dal 1401 ebbero capitoli proprii, convertiti ed ampliati nello statuto del 1470 che qui si esamina minutamente nelle sue 44 rubriche, di cui alcune, specie nella parte criminale, hanno vera importanza, per la varietà e la severità delle pene corporali, non esclusi quattro diversi generi di pene capitali. Chiude questo lavoro un albero genealogico, senza data, compilato dall’abate Ongaro. yioo. Relazione della Patria del Friuli, del luogotenente Antonio Da Mila, letta in Senato il 21 giugno 1751. (Nozze Di Gaspero-Gamba) — Udine, Del Bianco, 1894; pp. 32, 8" gr. (li. C. V.) Gli affari di cui tocca il Da Mula, come trattati nel periodo della sua amministrazione dal 4 feltraio 1750 al 21 giugno 1751, sono quasi tutti di natura economica, sull’esportazione dei grani per la dominante fatta in modo da non rimanerne frodati i publici dazi, sul miglioramento della strada pontebbana rovinata in ispecie per l’inondazione del 1747, sul Monte di pietà di Udine saggiamente amministrato, quantunque « fra la moltitudine dei serventi vi è stato un estimatore di tanta malizia et ipocrisia, ch’ha saputo introdurvi pegni falsi ». e i tre massari hanno dovuto risarcire del