106 Avendo l’autore cortesemente comunicato al traduttore di molte note, aggiunte e correzioni autografe, fatte a un esemplare della edizione tedesca (V. n. 515), e di queste avendo il traduttore fatto tesoro, riesce la presente versione più pregevole dell’originale stesso. Le prove dell’avanzarsi dei tedeschi in Friuli non sono sempre squisite e sicure, per confessione dello stesso leale autore : queste comparse sporadiche vanno cessando quando i patriarchi, dal 1250 in poi, non furono tolti più all’alta aristocrazia, specie bavarese, o a famiglie bavaro-carinziane. E se i possessi d’Aquileia crebbero al di fuori del Friuli nella Carinzia fino al Tirolo e nella bassa Carinola sotto i due patriarchi Ulrico di Treffen e Bertoldo di An-dechs, era naturale che alla sua volta un elemento tedesco si stabilisse al di qua delle Alpi, specialmente di nobili al seguito dei patriarchi. Primo di tutti un conte Ozi (forma famigliare di Ottocaro) si stabili a Cordenons intorno al 1029, rivendicandosi dall’autore a quel luogo l’antichità su Pordenone, come possesso straniero (pag.39-41). Anche Spilimbergo, ma piii sicuramente Ragogna, furono feudi austriaci, e cosi via si dica di altri vassalli di cui è discorso anche nell’altro famoso studio dello Zalin (V. n. 622, 941). Ebbero dunque possesso più o meno esteso in Friuli nei secoli xi e xii gli Eppenstein, duchi di Carinzia, i Mosburg, i Pilstein, e più tardi i conti di Ortenburg. D’altro canto è importante che l’autore tacci di favolosa la tradizione che dà una vantata origine tedesca a parecchie famiglie nobili prette friulane (pag. 65), sebbene, aggiunga subito, in ciò « perduri la memoria di una mescolanza di razze». Procedendo nei suoi studi, il nome tedesco di alcuni luoghi attrae singolarmente l’autore, e cosi pure i possessi in Friuli di chiese tedesche, trattazione molta lunga e in parte originale. Magistralmente poi è condotta su documenti bene interpretati e disposti l’ultima parte del lavoro (pag. 97-149) che va fino al 1381; essa dà prova come Jo Zahn siasi addentrato nell’argomento dei venturieri tedeschi, e più ancora del commercio e delle strade principali che lo favorivano tra Germania e Italia attraverso il Friuli (V. n. 515). Da molti anni si aspetta con gran desiderio la continuazione di questi studi, dopo il tempo in cui l’Austria, aquistata la Carinzia (1335), ottenne dal patriarca Nicolò la cittadella di Venzone (1351), chiave del Friuli per le due strade del Fella e del Kreuzberg. Lscl questa versione in 44 appendici del Cittadino ila-ilano, da 9 agosto a 9 ottobre 1888, da u. 180 a n. 230. — Di questo