252 facendo ragione a un giudizio favorevole preso fin dal 1725 (pag. 25-30), prescrive die il quartese del rispettivo distretto sia egualmente ripartito fra i parroci di Udine. Questi lo riscossero di fatto fino al luglio 1846, e non si acquietarono mai, se in appresso fu percepito dal Capitolo. Il memoriale confuta infine la pretesa del Capitolo di considerare le parrocchie quasi non esistenti, come fossero unite ad esso Capitolo quali filiali, nella sua qualità di parroco universale. Fra gli allegati interessa la nota della popolazione di Udine, nel 1721, che ascendeva a 12246 anime, un terzo circa dell’attuale. 17HO. La Torre di porla Villalla [in Udine], articolo di Un cittadino, (In La Patria del Friuli, 24 aprile 1891, n. 97) — Udine, « Patria del Friuli », 1891; col. 2, fol. (S. A. F.) Una patriottica voce di protesta contro la eventuale demolizione della torre di porta Villalta diede motivo a questo articolo, che ricorda come fosse costruita in virtù del decreto del Maggior Consiglio di Udine del 16 febraio 1436 in sostituzione dell’antica torre da demolirsi. L’autore tien conto anche del pregio artistico di questa e di altre torri cittadine, che furono negli ultimi anni abbattute. Dello stesso argomento, che suscitò una vivace polemica, si occupa La Patria del Friuli, 28 aprile, n. 100. Il voto della maggioranza dei Palres Palriae nella seduta 30 aprile (V. giornali quotidiani del 1° maggio 1891) fu per la conservazione. — Ne esultò il signor F. B. in Patria del Friuli, 5 maggio, n. 106. 1781. Arti, industrie e mestieri in Udine nel secolo xiv, scritto di Vincenzo Joppi. (In Libertà e Lavoro, Numero Unico pel XX 7° Anniversario della fondazione della Società Operaia Generale di Mutuo Soccorso ed Istruzione in Udine, 13 settembre 1891, pag. 3). — Udine, Bardusco, 1891; col. 2, fol. (B. C. U.) Con la solita felicità nella scelta degli argomenti più opportuni alle varie occasioni, il dott. Joppi viene in questo scritto mostrando come da umili origini sorgessero le industrie cittadine, incoraggiate dalla popolana Marcliesina figlia di Melo, fabro di Udine, che nel 1284 donava al comune un terreno nel borgo superiore presso la roggia, dove poterono stabilirsi le industrie della calce renale, dei pellicciai e dei cappellai. Solo dopo il 1300, il comune aiutò le arti e i mestieri più importanti, la tintoria, l’arte della lana, la