136 egli pel corso di nove anni temperò l’animo e il corpo per altre maggiori imprese che pongono il suo nome accanto a quello dei molti italiani attratti dall’Africa misteriosa, di cui furono vittime illustri. — Domenico Del Bianco parla a lungo di questa commemorazione in Patria del Friuli, 30 marzo 1888, n. 87, P. Valussi in Giornale di Udine, pari giorno e numero. — Leggonsi necrologie in Giornale di Udine, 1° marzo 1888, n. 52, nel Friuli, pari data e numero, e altrove. 1403. Giacomo di Brazzà, nota di Giuseppe Dalla Vedova. (Nel Bollettino della Società Geografica Italiana, marzo 1888). — Roma, Civelli, 1888; pp. 3, 8°. (S. A. F.) Il conte Giacomo, assolti gli studi liceali e universitarii, prese laurea in scienze fìsiche e naturali. Nel 1883, tolse a compagno del suo viaggio triennale alle regioni del Congo il suo amico friulano Attilio Pecile, ma ivi contrasse le febri che, due anni dopo il ritorno, lo spensero (V. n. 1492). 1404. Arringa del co. Pietro di Maniago, publicata con prefazione e annotazione dall’avv. Luigi Carlo Schiavi e socio. (Nozze Caratti = Rinaldini-Arici) — Udine, Doretti, 1888; pp. 23, 8° gr. (R. O-Ii.) Nella prefazione è ricostruita la vita operosa del conte Pietro di Maniago (V. n. 462), secondo le notizie fornite all’editore dalle memorie di famiglia e dalla gentile erudizione dell’ab. Venanzio Savi. Da Maniago il conte Pietro passò a Venezia, indi a Udine dove fu priore del collegio degli avvocati. Fu membro del governo in Friuli sotto gli austriaci e i francesi, e quindi abbandonata la direzione del demanio, assunse il libero esercizio dell’avvocatura, accettando successivamente varii ufficii onorar» fra cui la presidenza del consiglio dipartimentale di Passeriano. Nel 1828 diviene consigliere di governo. Lasciò lavori editi, e dai numerosi scritti inediti è qui tratta in luce una difesa in francese che egli fece di un Giovanni D’Orlando di Attimis, accusato di avere nel 1808 ucciso Andrea Cliailloux soldato dell’84° reggimento del corpo d’occupazione francese, mentre questi si recava con tre compagni u levarlo dal suo paese come coscritto. Non ostante la coraggiosa arringa, il D'Orlando ebbe condanna di morte che fu eseguita nel giorno 4 giugno nel giardino di Udine. — Di quest’opuscolo parla il Giussani in Patria del Friuli, appendice 6 luglio 1888, n. 160.