343 Questo fortilizio medievale, oggi scomparso, era appoggiato ai ruderi dell’arena di Aquileia, prendendone il nome, e dando a sua volta il nome a una famiglia de Rena, di cui è ricordo in una pergamena del 1230. Nel 1300 la torre dell’Arena, appare investita dal patriarca Pietro a Gisoldo di Trussio. Le vicende della torre si accompagnano per altri cinque ricordi tino al 16 ottobre 1489, quando essa con le adiacenze passa finalmente in dominio del cav. Nicolò di Savorgnano che fin dal 1463 l’aveva ottenuta in feudo, con altri beni, dal luogotenente Nicolò Marcello. — È estratto questo cenno dalla Scintilla, 23 luglio 1893, n. 30, e ristampato in Pagine friulane, Anno vi, n. 8, copertina. 1984. Rund uni die Adria, eiu Skizzenbuch von Josef Strad-ner, mit 34 Illustrationen von Franz Schlegel. — Graz, Leykam, [1893]; pp. 170, 16°. (R. O-B.) Di questo grazioso libretto che si parte in 12 capitoli, meritano per noi speciale ricordo i due che si occupano di Aquileia (pag. 97-105) con due vignette, e di Grado (pag. 106-121) con tre. Dalla desolazione attuale della seconda Roma assurge l’autore alla storia passata, rilevataci dalle grandiose rovine raccolte nel museo ili Stato; questo per i monumenti del paganesimo sacri e profani, alcuni dei quali, come la famosa Basilica e la Chiesa dei Pagani, furono già o sono ancora attualmente rivolti o trasformati ad uso cristiano. E qui compendia con diligenza anche la storia di Grado, a cui la tradizione attribuì, nel tempo del maggiore splendore, ben 00mila abitanti e 25 chiese. Le lotte religiose contro Aquileia, le rovine recategli dai duchi del Friuli, la protezione di Venezia, e perfino il concilio provinciale convocato in Grado nel 1310 per la riforma della disciplina ecclesiastica, sono i fatti principali che si richiamano alla memoria del lettore, a cui è data un’ idea dell'arte per la quale va famosa la basilica di Grado. 11 geniale schizzo si chiude con le notizie dell’isola di Barbana, e dell’annuale pellegrinaggio che vi fanno da 40 mila persone, specialmente nella prima domenica di luglio e nel 15 agosto. — Anche il sig. G. V....a parla di questo libro in La Provincia dell'Istria, Anno xxvii, n. 15, pag. 117-9, e cosi pure Marco Tamaro, in Atti e Memorie della Società istriana di archeologia e storia patria, Voi. x, fase. 1 e 2, pag. 237-9.