195 colte private del Siccorti e dello stesso autore. Sono riferiti di quando in quando gli atti per intiero che fanno testimonianza di elezioni contestate, delle questioni sorte nella pieve per la corri-sponsione del quartese ed altro e delle liti frequenti che i pievani di Illegio e Imponzo sostennero col comune e gli uomini del canale d’Incaroio. Il pievano Bartolomeo, canonico di S. Pietro e notaio, nativo di Avosacco di Piano accusò nel 1380 Michele preposto di S. Pietro di averlo publicamente designato dal pulpito come « pro-ditorem, falsum et malum hominem » perchè, quale aderente dell’antipapa, lo stesso Michele era stato dal pievano consegnato nelle mani del nuncio della Santa Sede. Non meno notevoli sono le vicende del poco degno pievano nobile Giannantonio Bartolini (1661-1719), che non volle tenere regolarmente la residenza, e nemmeno rinunciare alla cura, dalla quale traeva tutto il profitto. — Di questa publicazione parlano, riproducendone un documento, le Pagine friulane, Anno ni, n. 4, copertina, e ne scrive anche il Bal-dissera in Patria del Friuli, IO giugno 1890, n. 137. 1648. Ricordi sulla chiesa di S. Paolo d‘Illegio, di G. B. Piemonte. (In Pagine friulane, Anno ni, n. 5, pag. 87 e seg.) — Udine, « Patria del Friuli», 1890; col. 3, 4°. (R. O-B.) L’antica chiesa d’Illegio fondata nel 1420 e più tardi caduta in rovina, fu definitivamente demolita nel 1732 e seguenti, avendolo consentito il governo veneto, come ricavasi dai due documenti che qui si publicauo. Sei anni appresso era murata e coperta la nuova chiesa, e fornita dell’altar maggiore. Fu presto consacrata, e, dopo nuovo restauro, riconsacrata nel 1872. 1640. Del gastaldo, capitano e giudici dell’antica giurisdizione di Latisana, di Virgilio Tavani. (In Pagine friulane, Anno hi, n. 3, pag. 64 e seg., n. 6, pag. 104) — Udine, « Patria del Friuli », 1890; col. 5, 4°. (R. O-B.) La terra libera di Latisana era da principio retta da un gastaldo, il quale fu mantenuto anche quando, per atto 16 ottobre 1368, che qui si cita nelle parti essenziali, il paese si fece vassallo del conte Mainardo di Gorizia. Quando Latisana passò nella giurisdizione dei nobili veneti al gastaldo fu sostituito un capitano, il quale come appare dalla Terminazione 5 giugno 1528, aveva uno stipendio di quindici ducati all’anno « over quel manco se potrà