133 eloquenza l’amore e la grande competenza negli studi epigrafici, specialmente concordiesi, che furono proprie del nostro compianto autore. Egli risale alla prima notizia di un’iscrizione concordiese che si trova affidata a un codice del Marcanova anteriore al 1460, e viene via via ricordando altri libri e collezioni speciali, in cui si leggono epigrafi concordiesi, fra cui molte oggi perdute. Rivolge poi la sua attenzione a coloro che ne hanno salvate da dispersione e rovina, fra cui benemerita la famiglia Muschietti di Portogruaro. Prima della famosa scoperta del sepolcreto cristiano, i marmi letterati erano 90 ; dopo di quel tempo salirono a 354. La colonia concordiese i cui limiti sono il Tagliamento e il Livenza, l’alpi ed il mare, ha posto all’aprico pochissimi oggetti del tempo preistorico e preromano. Fu dedotta dal triumviro Antonio, come, fondandosi sulle epigrafi, il Bertolini sottilmente dimostra. La cinta antica della città, bene determinata dalla prodigiosa memoria dell’operaio concordiese Giacomo Stringhetta, e poi controllata, è un esagono irregolare; l’area, due terzi di quella di Pompei, e, come Pompei, divisa in nove regioni. In Concordia, esempio rarissimo, è ricordato un tribuno della plebe, come in Venosa e in Teano. Ricorda il Bertolini altre cariche rare nella colonia, ricorda i templi e le lapidi votive e nomi di sacerdoti romani. Il massimo fiore della colonia fu sotto gli Antonini. L’ultimo ricordo di Concordia antica vi è dato da una lettera di Cassiodoro del 494. Il discorso si completa con due appendici. 1480. Valentino Ostermann. — Le medaglie friulane del secolo xv e xvi, aggiunte ai Médailleurs Italiens di A. Armand. (In Rivista Italiana di numismatica, diretta dal dott. Solone Ain-brosoli, Anno i, fase, m, pag. 195 e segg.) — Milano, Cogliati, 1888; pp. 16, 8°. (R. 0-B.) Per colmare le gravi lacune che, in ordine alla numismatica friulana, si incontrano nella nota opera dell’Armand arrivato nel 1888 al 3° volume, l’Ostermann publicò con qualche variante la sostanza di due memorie, da lui date in luce (V. n. 655 e 1379) negli Atti dell’Accademia di Udine. Qualche osservazione è aggiunta dai valenti editori dell’ importante periodico italiano di numismatica. Le giunte e le correzioni date in questo opuscolo sommano a 21.