232 n. 10, pag. 160 e segg.) — Udine, «Patria del Friuli», 1889, 1891; col. 16, 4°. (R. O-tì.) L’argomento curioso, che suole sempre destare l’interesse dei lettori, si limita ai passaggi avvenuti nel territorio di Gemona, perchè le notizie sono tratte da quell’archivio comunale e dalle memorie recenti. Risalgono i dati al 1149 e giungono fino al 1888, e sono diligentemente raccolti in ordine cronologico e confortati da documenti inediti. Adunque passano spesso per Gemona i conti di Gorizia, e discendono per quella via in Italia gl’imperatori Corrado III, Carlo IV, Sigismondo, Federico III, Carlo V, per tacere di altri sovrani dal principio del secolo nostro. Sopra tutti questi passaggi l’autore si sofferma con particolari interessanti, e su quello di Federico III, di cui ebbe a occuparsi altra volta (V. n. 690), riporta oltre alla recensione mia, una lettera curiosa diretta dal luogotenente alla comunità di Gemona nel 5 dicembre 1451. Fra i personaggi illustri che passarono da Gemona in varie epocbo, voglionsi ricordare, fra altri, il conte di Carmagnola nel 1428, S. Giovanni da Capistrauo nel 1451, Martin Lutero intorno al 1510; e sarebbe passato nel 1565 per Ospedaletto, giusta la tradizione, S. Carlo Borromeo, ventottenne, commendatario di Moggio, e da cinque anni cardinale e arcivescovo di Milano. 1737, Il « Pellegrino Apostolico » in Friuli, documenti editi da A. Fiammazzo.— Udine, Del Bianco, 1891; pp. 48, 32°. (R. 0-11.) Il libercolo si compone di tre parti: 1° Polemica cortese; li" Episodio udinese; III0 Documeuti, di cui solo il secondo inte-teressa il Friuli, parlandovisi di Pio VI in viaggio per Vienna. Pernottò il papa a Sacile il 12 marzo 1783, e il giorno successivo fu in Utline. E qui è narrato l’episodio, secondo il quale l’arcivescovo avrebbe voluto che il papa, deviando dall’itinerario prescritto, arrivasse, prima che a palazzo Antonini, dove gli erano preparati gli alloggi, alla porta maggiore del Duomo, dove lo avrebbero aspettato. Però Pio VI « piantò in asso chi lo aspettava alla porta della Cattedrale ed andò difilato a palazzo Antonini, e ricevette tosto gli omaggi del luogotenente Barbaro ». La republica chiamò ad audiendum vei'bitm il conte Francesco Florio vicario generale della diocesi, il primicerio Voraio e il cancelliere Coronella: il primo si scusò dell'andare a Venezia per la grave età, e gli altri sembra che se ne schermissero, come risulterebbe dalle ricerche