¡337 forse con colori troppo foschi, ha creduto di concludere il Marchesi sulla dominazione veneta in Friuli. Se ne può dedurre che nemmeno i documenti ufficiali sono sempre espressione della verità, la quale, come la virtù, sta sempre lontana dagli eccessi. Le scritture puhliche contengono espressioni generiche stereotipato, che non tolgono la esistenza ili un particolare malessere, il quale, confessato, darebbe torto al rappresentante del governo che non ne addita il rimedio. Tanto sono rigide le affermazioni del Marchesi, come sono parziali le controprove offerte dal Molmenti il quale, mentre asserisce che i brani di relazioni da lui citati non riescono a dare una chiara idea delle condizioni del Friuli sotto la repu-hlica, nega ogni virtù probatoria ai passaggi citati dal Marchesi. Mentre il Marchesi ha ragione di dubitare della piena fedeltà dei friulani, specialmente feudatarii, al governo della republica, il Mol-menti asserisce su questo argomento tutto il contrario. Conchiudo che questa abile confutazione non si tiene rigorosamente stretta al Friuli, come apparirebbe dal titolo. ii>70. Documenti sulle guerre gradiscane, raccolti da (1. Ca-prin. (In Pagine friulane, Anno vi, 11. 1, pag. 1 e segg., n. 2, pag, 25 e segg.) — Udine, Del Bianco, 1893: col. 28, 4°. (R. O-H.) Ecco la prova della coscienza di storico posta dal Caprin nelle sue ricerche: questi documenti, tratti dall'Archivio di Stato di Venezia, sono le pezze giustificative di quanto il Caprin ha scritto delle guerre gradiscane in uno dei suoi splendidi volumi, Pianure friulane. I documenti sono in numero di 21, non compresi i costituti annessi alle lettere o alle relazioni. Informano il doge delle minute e curiose vicende di quella guerra singolare i luogotenenti del Friuli Silvestro Morosini e Zuanne Hasadonna, e da Monfalcone il podestà Girolamo Dona e il provveditore Alvise Querini, ila Osoppo Girolamo Savorgnan, e dal campo il colonnello generale Antonio conte di Collalto e Pompeo Savorgnan. Dall’ultima lettera di Giacomo Surian tesoriere di Palma s'impara che le truppe venete erano in credito di oltre SOmila ducati per le paghe, e che ai 27, cioè sei giorni appresso, scadeva la nuova rata mensile. Anzi Marco Giustiniani pagadore al campo di Farra aveva rinunziato alla carica. — Ne parla il ('orriere di Gtrrizia, 8 luglio 1893. n. 31. ¿3