365 presso l’aqua languescit ut videtur ad oculum, nè il Carrara, richiamato due volte, né il celebre Giovanni da Udine, nè altri dipoi seppero provedere allo sconcio che diventò proverbiale. Nel 1590 l’aquedotto era già reso inservibile. Fortuna che il luogotenente Nicolò Contarini pensò di derivare dalla roggia l’aqua pei bisogni della città che nell’ottobre 1597 ne era di nuovo provista. Anche il nuovo aquedotto però ebbe uopo di riatti frequenti, anzi nel 1652 il suo appicco fu trasportato da Paderno al secondo molino suburbano fuori di porta Gemona, e l’aqua a quel punto innalzata mediante una ruota idraulica. In seguito nuove vicende turbarono il regolare funzionamento dell’aquedotto, finché l’aqua nel 26 settembre 1755 tornò a correre depurata nelle fontane, mercè un congegno ideato dal celebre Ferracina, e posto dov’era il molino accanto all’imboccatura della via Giovanni da Udine. Ma di nuovo, nel 1785, le fontane si ridussero turpiter ad nullos nsus, e i progetti escogitati per provedere al riparo rimasero lettera morta causa alcune liti insorte tra la comunità e i privati che pretendevano titoli d’investitura sull’aqua della roggia, della cui proprietà lo Stato erasi intanto spogliato. E il problema dell’aqua potabile chiese urgentemente di essere risolto prima nel 1814, ripristinando il secondo aquedotto, poi nel 28 maggio 1842 proponendosi di ricondurre nelle fontane le pure fonti di Lazzacco. Questa ultima idea prevalse, sostenuta dal Paleocapa e solo il 6 giugno 1858 leaque di Lazzacco giungevano di nuovo, dopo tre secoli, alla fontana di piazza Contarena. Senonchè la loro qualità scadente e la temuta insufficienza fecero finalmente accogliere dal comune l’altra proposta del Paleocapa che Udine dovesse valersi delle sorgenti presso Zompitta, e la deliberazione per questo terzo aquedotto, presa nel 1884 sul piano di massima compilato dall’ingegnere municipale Girolamo Puppati, ebbe definitivo compimento, come si disse, nel settembre 1888. — Ricorda il lavoro ilei Braidotti, C. Cipolla in Nuovo Archivio Veneto, ix, 431, e ne scrivono il Cittadino italiano, appendice 9 aprile 185)1, n. 78, A. Picco in Patria del Friuli, 30 maggio 1891, n. 128 e le Pagine friulane, Anno ivi n. 2, copertina, recando in estratto il primo capitolo dell’opera su I primi pozzi di Udine, col. 3, 1". Intorno a questi famosi pozzi vedi pur»! una lettera del co. Girolamo Asquini al comm. co. Antonio Bartolini, datata da Parma 18 dicembre 1818 e publicata da A. Fiatmnazzo nell In Alto, Cronaca della S. A. F., Anno i, n. 2. pag. 29 e segg., col. <>. 1".