162 1504. Una 'pagina di storia sacilese di questo secolo, ed. 0. Nigris, aut. Don Ferdinando Blasich. (Per ingresso di D. Luigi Maroelli ad arciprete di S. Nicolò di Sacile) — Udine, Cantoni, 1889; pp. 13, 8°. (fi. C. U.) Si riferisce alle pratiche, invano tentate, per ripristinare i frati minori cappuccini che officiavano già nella chiesa di S. Francesco, i quali erano stati soppressi per virtù della legge di concentramento del 1805. Restò ultimo addetto alla chiesa il padre guardiano, morto nel 1827. La chiesa fu tosto restaurata e corse anche pericolo di essere alienata. 1565. Memorie e documenti sul Collegio dei cappellani di Sacile, compilato da don Ferdinando Blasich. (Per ingresso di don Luigi Maroelli ad arciprete di S. Nicolò di Sacile) — Udine, Patronato, 1889; pp. 24, 8°. (fi. C. U.) Il collegio, di cui qui si parla, fu istituito nel 19 giugno 1521 dalla comunità di Sacile, con l’ammissione di dieci sacerdoti, e la dotazione di 280 scudi annui di moneta romana. Approvato con la bolla pontificia 12 agosto 1533, che si aggiunge fra i documenti, crebbero poi le rendite del collegio, ma ad un tratto scoppiarono gravi e ripetute lotte tra esso e gli arcipreti di S. Nicolò di Sacile, composte nel concordio del 1661, qui anch’esso riportato. Molte volte furono riformati gli statuti del collegio fino al 4 giugno 1708. La sua soppressione avvenne all’epoca napoleonica. 1506. Del buon governo spilimberghese, note storiche di F. C. Carreri. (In Archivio Veneto, Tomo xxxvi, pag. 299 e segg. ; Tomo xxxvii, pag. 43 e segg., 321 e segg.) — Venezia, Visentini, 1888, 1889; pp. compì. 43, 8°. (R. 0-B.) L’illustrazione della famiglia e della terra di Spilimbergo ed annesse, cioè il prediletto argomento su cui si esercitò e si eserciterà la pazienza e la competenza del prof. Carreri, trova qui largo campo di studio. Egli si propone in queste note storiche di trattare del governo publico e privato della prima casa di Spilimbergo e di quella di Zuccola, tanto unita come disgiunta, e poi «della condizione e facoltà più propriamente famigliare dei summenzionati signori » e dell’amministrazione, non giudiziaria, di cui altrove ha discorso (V. n. 1345), ma « politica ed economica degli stessi quali dominanti di persone e cose ». Distinguonsi, tra le per-