237 a Ravosa. La prima gli viene rivelata dal testamento 3 feltraio 1447 di Antonia di Pordenone in Attimis, e sorgeva probabilmente fuori dei bastioni del castello stesso. A questo punto l’autore riassume la storia complicata e controversa del castello superiore di Attimis e dei suoi signori (V. A. 1892), e fa risalire la fondazione della vecchia chiesa agli anni che seguono il 1150. Nel 1357 era già diroccata, e si vedono favorite quelle di Sant’Andrea e di S. Giorgio. Se non che il voto dei consorti che fosse reconzada la chiesa di S. Nicolò ebbe licenza nel 10 maggio 1501, non già sul sito di prima, ma in Decollo. Sparita anche questa chiesa, fu rifondata nel 1777 da Pietro Vargendo, ma nel 1834 fu ridotta ad uso profano. La seconda chiesa di S. Nicolò, contitolare di S. Maria di Corte-vecchia è nominata la prima volta nel 1328; crollò nel 1820 per una frana della Malina. 1740. Spigolature, di [mons. Leonardo Zannier], (Nella Inaugurazione della strada Regina Margherita, Ricordo, Vito d'Asio, l i novembre ¡891) — Portogruaro, Castion, 1891; col. 3 '/«, 4°, (S. A. F.) Vanno dal 1G13 al 1740. Sono tratte dai registri delle fabri-cerie o da altri archivi parrocchiali delle chiese del Canaio di Vito e da un catapano. L’accenno più vecchio si riferisce alla prima costruzione dell’oratorio di S. Osvaldo in Casiaco. Le notizie della guerra di Candia arrivano da quelle parti in forma d’imposte. Peggiori malanni furono, nel 1660, l’incendio totale di Anduins, nel 1664, il franamento del monte Lavinet in quel di Vito è di Clauzetto con perdite di sostanze non lievi, specialmente a danno di un Zuanne Guerra. Nel 1687 le campane di Vito furono fuse sul luogo, per mancanza di strade atte a farle venire di fuori. i7r»o. Beni connotali, cenno di Anonimo. (Nella Inaugurazione della strada Regina Margherita, Ricordo, Vito d'Asio, ¡4 novembre 1891) — Portogruaro, Castion, 1891; col. 1, 4°. (S. A. F.) Qui si danno le prove della ricchezza boschiva del Canale d’Arzino, durata in qualche tratto fino al 1781, mentre oggi per la miseria dei comuni e per l’avidità dei privati quelle montagne sono diventate in gran parte nude e brulle. — Sull’Inaugurazione della nuova strada Regina Margherita, vedi Giornale di Udine, 16 novembre 1891, n. 273.