142 moi». Ij altare di S. Giorgio in Udine, articolo di B[lasich]. (In appendice al Cittadino italiano, 4 aprile 1888, n. 77) — Udine, Patronato, col. 4, 8°. (B. C. U.) I marmi di questo altare, ammodernato nel 1855, eransi tolti alle rovine di Aquileia e donati dal co. Francesco Cassis. Venuto il lavoro a deperire fu riattato nel 1887, nel modo che qui si descrive, comprendendovi la parte interna dell’abside. ii5io. Diario del campo tedesco nella guerra veneta del 1512 al 1516, di un Contemporaneo, trascritto dall’autografo dal dottor Vincenzo Joppi. (In Archivio Veneto, Tomo xxxiv, pag. 133 e segg.; Tomo xxxv, pag. 83 e segg.) — Venezia, Visentini, 1887, 1888; pp. compì. 54, 8°. (R. O-B.) Poche le notizie riguardanti il Friuli, e non tutte esatte, perchè erano voci esagerate o false che giungevano al campo. Lo stile dell’autore e « il nominare quali persone a lui famigliari alcuni di Pordenone » confortano la congettura del dott. Joppi che l’anonimo fosse il nobile Gaspare Ricchieri di quella terra, devotissimo agli imperiali, figlio di Francesco e di Agnese dei signori di Val-vasone. Mori in Pordenone nel 1539. — Ne scrisse A. in Cittadino italiano, 5 maggio 1888, n. 103. imi. Alberto Boccardi. — Della «Favilla» giornale triestino 1836-1846, lettura tenuta la sera del 27 marzo 1886 alla Società di Minerva in Trieste. — Trieste, Capriu, 1888 ; pp. 44, 8°. (S. A. F.) Interessa a noi quella parte della lettura che tratta della collaborazione di autori friulani alla Favilla di Trieste, specialmente di Gherardo Freschi, dei fratelli Zecchini, dell’avvocato Putelli e della contessa Percoto, che vi trattarono argomenti attinenti al loro Friuli. — Di questa lettura scrive, fra altri, A. Puschi nell’A?--cheografo triestino, Nuova Serie, pag. 334-6, un anonimo nell’Indipendente di Trieste, 14 novembre 1888, n. 4146, P. Tedeschi in La provincia dell'Istria, 1° dicembre 1888, n. 23, pag. 182 e segg. (sull’articolo del quale comparve una rettificazione, firmata Un istriano), e Aldus in Cittadino italiano 15 novembre 1888, n. 261. Questo lavoro fu stampato in occasione del giubileo giornalistico di Pacifico Valussi (V. n. 1503).