199 Turco. Quando l’opera fu iniziata, il Parata dovette ancora, con vive parole, difendere il fatto compiuto al cospetto di Clemente Vili, a cui avevano mosso ripetute lagnanze gli ambasciatori imperiali e spagnuoli. — Ne discorre P. Tedeschi in La Provincia dell'I-s/ria, Anno xxv, n. 12, pag. 93-4. iO”S. Bel castello e della famiglia di Pinzano, memorie di una gita e ricordi storici di G. B. (Nella Scintilla, 25 maggio, 1 e 8 giugno 1890, n. 21-23) — Venezia, Cordella, 1890; col. 10, fol. (A. V. V.) Attingendo largamente alla storia, l’autore è tratto dalla singolarità del sito a richiamarla alla mente dei lettori, e lo fa con ordine, se non con critica, lasciando nell’incertezza alcune notizie, e seguendo per le altre la cronologia, che spesso giova a trovare il filo degli avvenimenti. Nel 1255 comparisce Ermanno di Pinzano, e ci commuovono più tardi le imprese del facinoroso Federico, che si presentava spesso, cosa singolare, come paciere fra i contendenti in quella ferrea età. Seguono i fatti di Francesco, finché i Pinzano, mutato il nome coi Ragogna, perirono in parte nella famosa distruzione del castello di Torre (1402), fatta da quelli di Pordenone (V. n. 295 e A. 1894). 1650. Pordenone e Trieste, e un poemetto inedito dei fatti di Pordenone, indagini di Attilio Hohtis. (In Archeografo trie-stirn, Nuova Serie, Voi. xvi, Appendice in onore del co. di Manzano, pag. xvii e segg.) — Trieste, Caprin, 1890; pp. 33, 8°. (R. 0-B.) Il poema « narra i dissidii tra la cittadinanza di Pordenone e i governatori imperiali dal 1465 al 1468 », provocati special-mente dal capitano Federico di Castelbarco che aveva la missione di spogliare il comune delle vecchie libertà. Esso poema ha dunque vera importanza storica, comunque unilaterale, apparendo l’autore di parte imperiale. Giusta l’acuta congettura dell’Hortis, sarebbe opera di Quinto Emiliano Cimbriaco o dei Vaienti di Vicenza, rettore delle scuole in Pordenone nel 1468. Al poema e alla premessa erudita, la quale tocca altresi di molte altre attinenze storiche tra Pordenone e Trieste, crescono pregio le note copiose, a cui non fu estranea l’opera di Vincenzo Joppi, il quale, fra altro, comunicò all’autore un brano inedito del Saggio di Cronaca Por-