277 1839, In che anno i longobardi siano entrati in Italia, studio di Amedeo Crivellucci. (In Studi storici, periodico trimestrale di A. Crivellucci e di E. Pais, Voi. i, fase, iv, pag. 478 e segg.) — Pisa, ed. Spoerri, tip. Giusti (Livorno), 1892; pp. 20, 8°. (B. M. V.) Dimostrato che la questione non è oziosa per varie ragioni, l’autore, contro il prof. C. Cipolla (V. Atti Istituto Veneto, Serie vii, t. n, pag. 686) ritorna all’opinione Volgata, che i longobardi, partiti dalla Pannonia ai primi d’aprile 568, penetrassero in Italia nel maggio dello stesso anno. In ciò lo conforta il frammento di Secondo da Trento contro V Excerptum Sangallense che, su 24 date, ne sbaglia 12. 1840. Dei primi duchi longobardi del Friuli, studio di Amedeo Crivellucci. (In Studi storici, periodico trimestrale di A. Crivellucci e di E. Pais, Voi. i, fase, i pag. 59 e segg.) — Pisa, ed. Spoerri, tip. Giusti (Livorno), 1892; pp. 27, 8°. (B. M. V.) Con grande copia di argomenti il Crivellucci, che è un’autorità negli studi longobardi e paolini, rimette in onore l’opinione, già condannata, del Muratori, che duca dei longobardi in Friuli, prima di Gisulfo, fosse Grasolfo suo padre, morto ben presto e sostituito dal primo. L’autore aggiunge la dimostrazione che i due fossero davvero duchi del Friuli, e che anche la parte continentale dell’ Istria, nominata nella controversia, appartenesse al ducato forogiuliese. Però intorno a questo punto le prove sono alquanto speciose. Lo studio contradice anche le congetture, non sempre sicure, del De Rubeis nella questione. II Crivellucci non accetta l’altra parte dell’opinione del Muratori che Grasolfo fosse primo duca del Friuli, e suppone che innanzi a lui debba figurare un altro Gisulfo che dovrebbe prendere l’aggiunta di Io. La ricerca non è del tutto originale, ma troppe sono le ipotesi invocate a sostegno. Del resto l’autore distingue acutamente nella storia di Paolo Diacono i fatti che potrebbero essere attribuiti all’uno o all’altro dei due Gisulfi. Chiude ricordando la scoperta della famosa tomba, e assentendo allo scetticismo del dott. Ivan Sòderberg direttore del museo di Lund, che recentemente ebbe a studiarla. — Ne parla il Cipolla nel Nuovo Archivio Veneto, Voi. vi, pag. 300, e più minutamente A. C. in Pagine friulane, Anno v, n. 5, copertina.