302 Lavoro originale, e più ancora prezioso elemento di studi degni di essere approfonditi con nuove ricerche. L’autore anzi tutto, esaminando la posizione dei castelli friulani, e non del solo confine come appare dal titolo, li distingue in tre categorie, secondo erano a guardia delle valli alpine, o dei grandi fiumi, o collocati lungo le grandi strade militari. Le torri poste allo sbocco dei corsi d’aqua secondari sono per lui come stazioni telegrafiche. In oltre si propone di dimostrare che i castelli furono eretti a scopo militare, non già dai castellani, nè pei castellani di cui portano il nome. Tale affermazione sarebbe troppo ardita se dovesse estendersi a tutti i singoli casi, giacché resta memoria di castelli friulani che sono pur nati feudali e costruiti dalle famiglie che loro diedero il nome. Il carattere militare dei castelli e le traccie di un ordinamento militare in Friuli trovano appoggio nello studio accurato del Glossario del di Prampero (V. n. 715). E anche interessante la ricerca sui castelli di nome germanico in Friuli, sostenendosi dal Leicht che i nuovi possessori tedeschi dei castelli abbiano tradotto nella loro lingua il primitivo nome latino, proprio del castello, «o dell’ufficio militare al quale era destinato» il castello stesso. Dall’esame dell’inventario edito dai sacerdoti Trinko e Jussig (V. n. 1693) dimostra la prevalenza dei latini in Frinii nell’urto sostenuto da questi contro tedeschi e slavi, i primi avanguardia del movimento nazionale germanico, i secondi coltivatori destinati « a riempiere i vuoti della guerra e della peste ». — In un lungo articolo discorre di questa publicazione D. Del Bianco in Pagine friulane, Anno v, n. 3, copertina, col. 3, 4°, e se ne occupa pure il Corriere di Gorizia, 5 maggio 1292, n. 54, lodando assai l’opera del Leicht contraria ai Podrecca, ai Trinko, ai Jussig, che vedono l’elemento slavo diffuso dovunque fra la popolazione rurale della pianura friulana. — Un brano del lavoro uscì in appendice al Forumjulii, 14 maggio 1892, n. 52, col. 10, 8°. 1801. Dal confine linguistico italiano-tedesco, del dott. S. Gunther, tradotto in parte da Ounto Marinelli. (In Pagine friulane, Anno v, u. 5, pag. 77 e segg.) — Udine, Del Bianco, 1892; col. 6, 4°. (R. O-B.) Lo scritto originale usci nella Nation di Berlino, 5 dicembre 1891, n. 10. Il Marinelli ne compendia una parte, altra traduce per disteso; ma la Bibliografia registra soltanto quanto è detto