396 loro. Tocca altresì il luogotenente del consiglio della città ili Udine, e dello sforzo dei nobili a mantenere il loro diritto ad aspirarvi; su di che osserva il Da Mula che bisogna attendere a « non ingrossar oltremodo quel corpo con notabile diminuzione del popolare, nel quale per ogni anche publico riguardo occorre vi sieno degne ed onorevoli persone che lo compongano ». Si vede che qui il Da Mula si faceva eco di una corrente favorevole al popolo, che ebbe seguito alcun tempo nella stessa Venezia, ma più tardi fu sopra-fatta dalle tradizioni e dalle paure dell’aristocrazia. Ma intanto nelle stesse istruzioni mandate al luogotenente Giacomo Miani, successore del Da Mula, e qui riportate, il senato inculca di non permettere novità sul punto di ammettere le istanze dei popolani che volessero esser aggregati alla nobiltà. — Ne trattano le Pagine friulane, Anno vii. n. 1, copertina. 8107. (risilifa e Romilda, di Giusto Grion. (In Pagine friulane, Anno vii, n. 8, pag. 130 e segg.) — Udine, Del Bianco, 1894; col. 0, 1°. (R. ()-tì.) In sostanza l’articolo mette in dubio, con altri, che primo duca longobardo del Friuli sia stato Gisulfo, dacché Paolo stesso mostra di negar lede alla tradizione, mentre poi passa sotto silenzio il duca Grasolfo. Questo tratto di storia, non pienamente accertata, è narrata di nuovo criticamente dal G. che si ferma alla metà del secolo vii. Ritiene perciò che la tomba scoperta nel 1874 (V. n. 322-331) appartenga con più verosimiglianza a Grasolfo I, padre di Gisulfo, chiamato II, perito in guerra contro gli Avari nel 629. Infine la memoria di Romilda è riabilitata dal cavalleresco autore con argomenti d’indole etimologica e morale. 3108. Haesnòhrl dr. Victor. — Deufschland siulOstliche Marken in 10, 11 und 12 lahrhunderte. (In Archio fur oester-reichische Geschichte, Voi. 82, parte il, pag. 419 e segg.) — Vienna, Corte e Stato, 1894; pp. 144, 8°. (B. C. T.) Qui si narra la storia delle marche germaniche sud-orientali dall’828 a 1077. Esse, sotto i Carolingi, erano divise in due ducati, di cui il meridionale tenevasi dal duca Erico del Friuli, cui successe Cadolao e poi Balderico, destituito nell’828. Allora il ducato rimase suddiviso in quattro contee. Di queste l'Istria e il Friuli sono unite sotto margravi comuni, che prendono il titolo dal Friuli,