157 i sso. Memoria sulla cessione del foD'te di Osoppo da parte degli austriaci nel 1848, del parroco [don Pasquale della Stua]. (Nozze Mazzega-Spangaro) — Udiue, Cantoni, [1889]; pp. 14, 4°. (R. J. U.) Risulta dal presente ingenuo ricordo con quanta facilità il presidio austriaco della fortezza di Osoppo piegasse all’intimazione di arrendersi dopo che Udine era venuta in potere dei nostri. La narrazione di questo bell’episodio si legge con più abbondanti particolari nei Ricordi del dott. Domenico Barnaba (V. Anno 1890), in Pagine friulane, Anno ii, n. 10, pag. 156-159. 1551. Petizione dei danneggiali per assedio ed incendio del paese di Osoppo e dei difensori del forte. Cenno storico della difesa del forte, documenti ufficiali di Paolo Giacomo Zai. — Udine, Cantoni, 1889; pp. 36, 8°. (B. C. U.) Nell’intento di ottenere dal governo italiano il riconoscimento dei sagrifizii compiuti a difesa del forte di Osoppo, si ritorna alla carica con quest’opuscolo (V. n. 1454) che raccoglie particolari quasi ignorati di patriottismo (pag. 7-11) e descrive i fatti d’arme, a cui prese parte in tutto o in parte quell’eroico presidio di soli 364 soldati, dalla prima sortita del 21 maggio 1848 guidata dal comandante Licurgo Zanini (un mese dopo che serano rinchiusi nella fortezza), alla capitolazione onorevole del 12- ottobre. L’11 giugno i difensori di Osoppo avevano fatto adesione alla monarchia subalpina, assumendo nella bandiera i tre colori italiani, e nel campo bianco lo scudo di Savoia con inquartati la Biscia di Milano e il Leone di Venezia. L’opuscolo si chiude col testo ufficiale della capitolazione, con la relazione della seduta dell’assemblea di Venezia (12 ottobre) in cui si dichiara la popolazione e la guarnigione di Osoppo benemerita della patria, e con gli atti successivi dal 1866 al 1870 (pag. 27-36), anche di indole parlamentare, che spiegano la ragione e la giustizia della petizione. 155a. La fortezza di Palmanova nel Friuli, del capitano D. Rosenfeld, con sei disegni. (In Illustrazione italiana, Anno xvi, Io sem., n. 8, pag. 113 e 116) — Milano, Treves, 1889; col. 2, fol. (R. 0-B.) Ripete l’autore la nota storia della fondazione di Palma, e delle sue vicende ulteriori sotto la república e, più concisamente, dopo rimessa in nuovo assetto da Napoleone, fino alla sua inevitabile fine come fortezza.