48 di non lieve entità. Il documento ci dà un’idea precisa delle vesti e dei mobili usati dalle persone di condizione media. Pochi anni dopo il Pordenone perdette la moglie, ma si rimaritò due volte ancora. 1286. Girolamo Savorgnano, cenni di Anonimo. (In La Patria del Friuli, IO luglio 1886, n. 163) — Udine, Patria del Friuli, 1886; col I fol. (8. A. F.) Nell’8 luglio 1886 furono trasportati nel museo di Udine il monumento e le ossa di Gerolamo Savorgnan, che erano prima in S. Pietro di Osoppo e poi in un granaio essendo stata la chiesa ridotta, nel 1883, a magazzino militare. Nell’occasione del trasporto si rese publica questa succinta biografia dell’insigne capitano, nato in Udine nel 1466 da Pagano e da Maddalena di Zucco, morto di petecchie in Venezia nel 30 marzo 1529. Il suo pronipote Girolamo gli aveva fatto erigere in Osoppo, uno dei teatri della sua gloria, questo monumento nel 1705 sostituendolo ad altro più modesto. — Il Cittadino Italiano riproduce la biografia, 10-11 luglio, n. 152. 1887. Ricordazione di mons. Francesco Tomadini udinese, dell’ab. Jacopo Pirona. (Nozze Lovaria-Tomadini) — Udine, Cantoni, 1886; pp. 13, 8° (R. D. P.) E una riproduzione quasi integrale dell’opuscolo publicato nel 1864 per Nozze Tomadini-Rizzani (V. n. 76). L’Istituto che prese il nome da quell’angelo di carità ebbe i suoi principii nel 1836. 12S8, Vita dei SS. Martiri aquileiesi, del canonico G. IJ. Foschia. — Udine, Patronato, 1886; pp. 183, 16°. (B. C. U.J I santi aquileiesi, o perchè nati nella diocesi non però limitata alla sua parte friulana, o perchè venuti a stabilirvisi e a confessare col martirio e con la morte la fede, o infine perchè il loro culto fu qui primamente stabilito, sono, pel periodo delle persecuzioni, in numero di 34, non compresi i santi Ermacora e Fortunato, di cui tien proposito un altro scritto dello stesso autore (V. n. 958). Per un periodo a noi più vicino sono ascritti fra i martiri due friulani. Uno è il venerabile Giovanni Andrea Carga di S. Daniele, vescovo di Sira e ivi ucciso nel 17 ottobre 1617 per ordine di Alì bascià, il quale era sbarcato nell’isola con un naviglio per dare addosso ai corsari del duca di Ossuna, che si dissero calunniosamente chia-