263 Punto di partenza alla discussione del Leicht il « sepolcro del cosidetto Gisulfo » e gli oggetti varii che racchiude il museo, i quali trovano il loro riscontro in altre scoperte fatte a Testona presso Torino, ed altrove, anche fuori d’Italia. Sono congetture che meritano di essere ponderate. Cosi pure devesi tener conto di altre considerazioni intorno a quanto il museo conserva dell’epoca bisan-tina. Qui è dato infine largo tributo di lodi al canonico Michele della Torre, che fu talvolta, per conto suo, visionario, ma fece anche tesoro degli studi e dei consigli di illustri contemporanei. 1807. Patsch Karl. — Alte und neue Praetorianer - In-schriflen aus Aquileia. (In Archaeologiscli - epigraphische Mit-theilungen aus Oesterreich, Voi. xiv, pag. 100 e segg.) — Wien, Gerold, 1891, pp. 8, 8". (M. P. G.) L’autore ci offre un elenco di tutte le iscrizioni di pretoriani trovate in Aquileia, e dall’analisi dei relativi testi deduce che quasi tutte appartengono all’epoca di Augusto e di Tiberio. Esclusa la possibilità di un soggiorno fortuito, e considerato che quasi tutti i pretoriani in Aquileia appartengono alle coorti vi, vii e vili, l’autore, fondandosi sulle notizie degli storici antichi, ò d’avviso, che i pretoriani abbiano accompagnato Augusto in Aquileia nell’anno 10 a. C. E però giusto supporre che Aquileia, come residenza imperiale, abbia avuto una guarnigione stabile di pretoriani. (M.) 1808. Di uri intei'essante iscrizione romana esistente nel museo eli Udine, nota di Giovanni Marinelli. (In Pagine friulane, Anno ih, n. 11, pag. 182 e seg.) — Udine, « Patria del Friuli », 1891; col. 3, 4° (R. 0-B.) Trattasi della epigrafe che Onesimo, servo villico della gabella dell’Illirico, aveva fatto scolpire sulla tomba della moglie Severilla, morta a 25 anni, e a sè vivente. Fu già scoperta nel secolo scorso in Pontafel, ma stimata falsa dal Mommsen, il quale, sulla recente illustrazione del Maionica, si ricredette. Più che per la pietà del marito, questa iscrizione è importante per l’ufficio di fattore o commesso della ricevitoria doganale romana di Pontebba e quindi per la conferma dell’esistenza di una strada per la valle del Fella. Il Marinelli confronta questa con altre iscrizioni e ne deduce che la dogana di Pontebba nel n secolo dopo Cristo fosse