67 vasse dalla voce slava « grad » (castello), essendoché le mura di Grado furono erette soltanto nel secolo xv dai nobili e dai prelati aquileiesi. 1330. Jackson T. G. — Dalmatici, thè Quarnero, and Istria, ivith Cettigne in Montenegro and thè Island of Grado — Oxford, Clarendon, 1887. — Volumi 3, pp. xxvi-418, vn-397, vn-453, 8", con numerosissime illustrazioni. (B. M. V.) La parte ultima (Voi. in, pag. 376-437) di questo bellissimo e geniale lavoro, frutto di osservazioni dirette, tratta in tre capitoli non meno di Grado che di Aquileia, divisando dapprima la storia delle due città patriarcali, non solo, ma altresì dello sviluppo a cui giunse lo stato aquileiese. L’autore studia appresso Aquileia e Grado nel riguardo artistico, intercalando al lavoro parecchie piante e disegni, e due vedute e uno stupendo fac-simile del mosaico del duomo di Grado presi da lui medesimo sul sito. Egli dà naturalmente maggior sviluppo alla descrizione delle due insigni basiliche. Anche nella storia della Dalmazia che è in testa all’opera (Voi. i. pag. 1-192) l’autore trova occasione di nominare Grado. 1331. Regolamento municipale sull’uso e godimento delle aque nel comune di Marano Lagunare, con documenti. — Udine, Bardusco, 1887 ; pp. 75, 8°. (R. D. P.) Il sindaco Rinaldo Olivotto publicò la sua relazione fatta al consìglio di Marano per ottenere l’approvazione del nuovo regolamento della pesca nelle aque del comune, aggiungendo tutti i documenti storici, tratti da quell’archivio, che dal 1420 al 1886 provano la proprietà delle aque e i diritti conseguenti (V. n. 1452). 1338. Notizie storiche sull’abbazia di Moggio ai tempi del suo abbate commendatario San Carlo Borromeo 1561-1566, [di Don D. Tessitori]. (Per messa novella di D. Luca Franz nella chiesa abbaziale di Moggio) — Udine, Patronato, 1887 ; pp. 31, 8°. (S.A. F.) Il più illustre degli abati commendatarii, successi in Moggio agli abati titolari dai primi anni del quattrocento fu senza dubio San Carlo Borromeo. Qui l’autore diligentissimo, dopo aver dedotto dai manoscritti quale fosse la giurisdizione di questi abati, si temporale che spirituale, e chi la esercitasse in loro nome, viene a dire del predecessore di San Carlo Borromeo, che fu il cardinale