409 St85. Documento su Cussignacco, trascritto da Vincenzo Joppi. (Nozze D’Aronco-Disnan) — Udine 1S!)4; pp. 4, 4°. (B. (’. Ij. Intorno al 1240 il conte Mainardo di Gorizia, certo bisognoso di denaro, si fece ad impegnare per lire duemila e cinquecento di piccoli veneziani a Giovanni preposito di S. Stefano di Aquileia i diritti di awocazia, albergarla e giurisdizione comunale sopra le ville di Cussignacco, Pradamano e Terenzano, e ciò tino al pagamento, di cui non si dice l’epoca, di detta somma. Solo restava al conte l’applicazione delle pene corporali in caso di furto o latrocinio. S136. Dognn e vai di Dogna, compilatore G. Marinelli. (In Guida del Canal del Ferro, edita dalla Società Alpina Friulana, pag. 282 e segg.) — Udine, Doretti, 1804; pp. 8. 1<>°, con una gliptografia. (R. (J-fí.) 11 nome è di origine slava, ma la popolazione fu sempre friulana. Ebbe curati propri fino dal 1070, chiamati pivi tardi parroci, poi pievani. Prima del 1605 esisteva una chiesetta, sostituita poi dall’attuale, con due sole iscrizioni sepolcrali. Presso ponte di Muro si rinvenne qualche avanzo preromano in bronzo. La chiesetta rii S. Rocco, non lungi da Pontebba, fu costruita nel 1024 per voto ilei Pontebbani in occasione «li una vittoria riportata nel 1018 dai Veneti contro gli Austriaci nella guerra gradiscana. La piena del 15 novembre 1885 la fece crollare in parte; fu però salvata una pala di Palma il giovane; e la chiesa fu ricostruita l’anno dopo alquanto più in alto, fuori dei pericoli. 5ài3T. Cose notabili della pieve di Gemona dopo ranno 1740, ricavate dalle memorie di monsignor Giuseppe Pini, da \ . Ballus-sera ed altri nove sacerdoti. (Per ingresso di don Raffaele Polli-iloro a parroco di Jalmicco) — Gemona, Bonauni, [1894|; pp. li, 8°. (B. C. G.J Dopo essersi data una sommaria notizia del lamoso Giuseppe Bini arciprete di Gemona e del nipote Giambattista pievano di Cussignacco, eruditi raccoglitori di patrie memorie, si vengono a offrire queste note interessanti che comprendono il periodo più che trentenne dell’arcipretato del Bini stesso. La visita pastorale di Daniele Delfino nel 1745 (V. n. 1324) e le tre successive dei due Gradenigo e la missione del Bini a Roma presso il cardinale Rez-