377 3000. Nel dì trigesimo delle fùnebri onoranze di Don Francesco Della Sarta arciprete di Palma nova, parole di don Domenico Pancini. — Palmanova, Colussi, 1S!KÌ; pp. S, 8°. (R. D. P.) L autore tesse 1 elogio del defunto che, nato in Hertiolo nel 182/, eletto arciprete di Palma nel 18(55. vi moriva dopo ventotto anni di ministero. 3067. C. Favetti. — Rime e prose in vernacolo goriziano, precedute da uno studio sulla vita e le opere dell’autore. — Udine. Del Bianco, 1893; pp. xxxix-223, con ritratto. (C. L. XI.) La storia di questo volume è una vera pietà, chè mentre Carlo Favetti raccoglieva i propri scritti vernacoli, intendendo dedicarli al suo maestro Pietro Zorutti nell’occasione del centenario dalla nascita, che cadeva nel 20 dicembre 1892, la morte lo colpiva improvisa, un mese prima, il 30 novembre. Si proponeva il Favetti di far precedere il volume da una autobiografia, ma non arrivò in tempo; onde l’ufficio pietoso è compiuto con intelligenza d’amore da chi lo conobbe molto da vicino, e di cui mi duole dover rispettare l’anonimo, perchè meriterebbe ili esser segnalato chi seppe penetrare in quell’anima onesta e risoluta di vero patriota, a cui Gorizia, beneficata in mille guise, inalzò un monumento nel proprio cuore. Carlo Favetti naque in Gorizia da Giuseppe e da Caterina Cipriani il 30 agosto 1810; studiò giurisprudenza a Vienna, dove fermossi sette anni, vivendo alquanto spensierato, perchè « sdegnava il sussiego che nulla aggiunge al merito e nulla scema all’ignoranza». Fu nello studio dell’avvocato istriano < ìiovanni Ri-smondo, dove convenivano i pochi liberali del tempo; poi divenne coraggioso giornalista. Nel 4 giugno 1851 fu eletto segretario del Comune, e in tale qualità « volle ed effettuò per Gorizia i ampliamento dell’angusta cerchia, come volle per essa l’ampliamento magnanimo delle idee ». E trascinò nel suo concetto municipio e consiglio e divenne l'uomo più popolare della sua città. Nel 26 luglio 1866, dopo due mesi d’inquisizione, ebbe condanna di sei anni di carcere duro, da cui lo liberò l’amnistia patteggiata a favore dei condannati politici in occasione della pace di \ ienna. Rivide Gorizia, ma sulla fine del 1868 evitò un nuovo arresto prendendo volontario la via dell'esilio. La sua città la rivide nel 1871 ; riebbe la modesta carica, ma i tempi grossi lo costrinsero a chiudere nel profondo del cuore ogni pensiero che non fosse Comune e