347 alla soppressione. Tanto le Istanze nis. del Fabris, quanto la stampa servirono all’autore per ¿spiegare in che consistessero le opposizioni, tutte di indole disciplinare, fatte al sinodo di Concordia dalla minoranza, naturalmente soccombente, dei parroci della diocesi. ino:*. Cenni monografici dei comuni di Forni di Sopra e di Sotto, Savorgnani, per don Fortunato De Santa. — S. Daniele, Biasutti, 1803; pp. 24. 1(>°. (1{. O-B.) Dai documenti conservati nell’archivio municipale di Forni di Sopra sono tratti questi cenni, che danno, incominciando dalle origini (V. n. 462), lo stillato di quanto si può dire dei due comuni, (die forse esistevano all'epoca romana. Havvi ricordo di tre castelli in quella località, ma, quanto al paese, esso fu ligio all’abbazia di Sesto, a cui era stato donato, finché nel secolo xm venne successivamente a mano di varii signori (pag. 9), sotto l’alto dominio patriarcale, finché Gualtiero di Nonta dovette piegarsi alla sentenza pronunciata in Genuina nel 1320, che faceva ragione ai gravami degli abitanti, d'accordo coi figli del precedente signore Francesco di Socchieve. Sei anni appresso Gualtiero vendette i Forni e la loro giurisdizione, per 150 marchi doppi aquileiesi, ad Ettore Savor-gnano, la famiglia del quale amministrò i due comuni a mezzo di un gastaldo per quasi cinque secoli. L’opuscolo diligente contiene un cenno deiramministrazione giudiziaria e finanziaria ivi esercitata, e controllata in visita annuale dal capitano di Osoppo, e ricorda le questioni pei confini con Claut e quella più famosa pel monte Mauria, non mai pienamente risolta. Un’altra contesa fu agitata per ¡stabilire quale fra le due chiese dei due Forni fosse la matrice, e vinse Forni di Sotto (1205?), non senza però che più tardi l'altro Forno reclamasse e ottenesse finalmente una propria pievania (1478). Guerre, discordie intestine, liti, inondazioni afflissero i due paesi nei secoli successivi, finché i Forni per poco, cioè durante la dominazione francese, furono incorporati al Cadore. Delle cinque chiese del comune, notiamo quella antichissima di S. Giacomo in Vico, restaurata fino dal 14(>1. — Una specie di sunto del presente lavoro apparve in Vagine friulane, Anno vi, n. 10, pag. 103 e segg,, col. 5, 4°. Le Pagine stesse ne parlarono nel successivo n. 12, copertina.