74 verbali con due sentenze ed in sunto altri tre documenti della collezione messa insieme dall’autore. Anzi è un fatto notevole che allora anche gli uomini appartenenti ai varii paesi della pieve di Cosa decidessero in criminale gravissimo, quasi a publica garanzia della bontà del giudizio. L’autore ricava anche dagli Statuti le norme della procedura allora vigente in Spilimbergo e nelle terre dipendenti. — Questo lavoro, riprodotto nel Giornale araldico-ge-nealogico- diplomatico di Pisa, Anno xv, 11. 4, venne poi ampliato e corretto (V. Anno 1889). 1340. Le limitazioni della libertà personale a Spilimbergo nell'alto e nel basso della scala sociale, di F. C. Carreri. (Nella Scintilla, 10 luglio 1887, n. 26) — Venezia, Cordella, 1887; col. 3, fol. (A. V. V.) Dimostra l’autore che Giovanni di Zuccola, autore dell’odierna casa di Spilimbergo, ebbe la coppa del patriarca di Aquileia, con lauti proventi e il diritto di investire di feudi altre potenti famiglie friulane. Cita altresì casi in cui taluni signori di Spilimbergo sono considerati come servi dei propri consorti. Poi parla delle fazioni reali e personali da parte degli uomini e delle ville del dominio spilimberghese. I documenti a riprova movono dal secolo xiii, ma l’argomento è oscuramente sviluppato, fondandosi su atti frammentarli e non appartenenti a una serie completa. — Questo stesso lavoro comparve nel Giornale araldico-genealogico-diplomatico di Pisa, Anno xv, n. 4. 1347. La rivolta di Spilimbergo del 1443, di F. C. Carreri. (Nella Scintilla, 8 maggio 1887, n. 17) — Venezia, Cordella, 1887 ; col. 2 fol. (4. V. V.) Si aggiunge questa ignota rivolta popolare alle tre, precedentemente descritte dallo stesso autore (V. n. 1248). Volendo nel 3 giugno 1443 i consorti di Spilimbergo prendere come ladro Leonardo molinaro di Rivis, il popolo si levò a tumulto per difenderlo, e dopo una finta pace sotto la stessa data, fece sollevare contro il castello anche gli uomini di Barbeano, Vivaro e Maniago, che mossero in armi. 11 tumulto fu sedato per l’intervento di Raffaele marescalco del luogotenente, il quale, ai 12 ottobre, emanò sentenza contro i rivoltosi. Le due carte che attestano il fatto appartengono alla collezione Carreri.