345 munita »li Cividale, avverte ilell’intenzione del patriarca Marino (ìrimani, allora legato a Perugia, di risarcire il palazzo patriarcale con l’intenzione di abitarvi stabilmente, o lui o suo fratello cardinale Domenico, e aggiunge il consiglio di spedire oratori a Venezia per ottenere l'intento. Invano, che il vecchio palazzo patriarcale di Cividale andò invece distrutto, e se ne costruì uno più tardi pel proveditore veneto. — Fu riprodotto il documento in Pagine friulane, Anno vi, n. 2, copertina.) 1989. Ernesto canonico Degani. — Il battisterio ili Concordia-Sagittaria. (In Arte e Storia, 31 maggio 1893, n. 11, pag. 84 e segg.) — Firenze, tip. minorenni corrigendi, 1893; pp. 7, 8°. (li. C. U.) Sta a buon diritto fra i monumenti nazionali, e parrebbe, per certe scorrezioni, appartenere ad opera anteriore al secolo xii, se i documenti, che ne attribuiscono l’erezione al vescovo di Concordia Regimpoto o Rempozio, non la dessero appunto come opera di quel secolo. Nel suo battisterio il vescovo volle esser sepolto; e tino al secolo xv trovasi ricordo di più legati a favore ili quella chiesa dedicata al Battista. La quale sopravvive nella sua originaria architettonica integrità, avendo • intatta ancora la tomba con iscrizione del vescovo prenominato. L’autore descrisse il tutto con sufficiente dettaglio. Coglie poi l’occasione di ricordare alcuni avanzi dell’antica cattedrale di Concordia, raccolti nell’atrio del battisterio, in occasione che questo fu restaurato nel 1880, e di celebrarne il pregio con le parole stesse del compianto Cattaneo. 1990. Concùì'diae i suoi SS. Martiri, notizie raccolte da don Marco Belli. (In Cittadino italiano, da 31 maggio a 14 settembre 1893, da n. 122 a n. 207, in 35 (veruni 3(3) appendici) — Udine, Patronato, 1893; col. 144; estr. pp. 135, 10°. (li. 1). P.) Il chiaro autore fa un diligente riepilogo di quanto scrissero il cav. Bertolini intorno alla colonia romana e al sepolcreto cristiano di Concordia, e mons. Degani intorno alla diocesi e alla costituzione e sviluppo della sede vescovile; illustra poi il tempio di Concordia e il battisterio, ricordandone le vicende e le opere d'arte e riportando tutte le epigrafi che in esso esistono ancora. Passa indi a parlare diffusamente delle persecuzioni dei primi secoli, degli atti del martirio dei Ss. Corcordiesi (V. A. 1804), e del culto loro tributato fino ai nostri giorni.