113 un sagrifizio mitriaco, fatto nei fondi degli eredi del barone Ettore de Ritter di Monastero, negli ultimi di novembre 1888. Il culto di Mitra, che rappresenta lo splendore che precede il sorger del sole, era molto ditfuso nei primi tempi del Cristianesimo, ed ebbe molti aderenti anche in Aquileia, come si rileva dalle iscrizioni conservate nel Museo di Stato. 1434. Trieste ed il patriarca Nicolò d’Aquileia (1353-1355), di Giovanni Cesca. (Nozze Flora-Gasparinetti) — Arezzo, Pichi, 1888; pp. 12, 16°. (B. C. U.) Dei cinque documenti che fanno seguito alla premessa del prof. Cesca, solo l’ultimo interessa propriamente la storia friulana, Esso contiene la pace stipulata il 22 settembre 1355 nel monastero di Santa Maria presso Varino tra Trieste e il patriarca d’Aquileia, in cui si promette libero transito per le terre aquileiesi alle merci dirette per Trieste e libera dimora ai triestini nelle terre del patriarca: «libere et secure ire, transire, stare et redire cum bonis par iter et personis ». — L'Archeografo triestino, Nuova Serie, Voi. xiv, pag. 478-9, dà il sunto dei cinque documenti. 1435. Ernesto canonico Degani. — Le decime nell’antico principato della chiesa d’Aquileia, appunti storici. — S. Vito, Polo, 1888; pp. 30, 8°. (R. O-B.) Studio esauriente, fondato sulla storia, col quale s’intende provare che le decime nell’antica provincia aquileiese furono tutte di origine domenicale, e quindi, per la legge 14 luglio 1887, soggette a commutazione, non già sacramentale e perciò destinate ad abolirsi senza compenso. La trattazione risaie alle donazioni che il patriarca Paolino ebbe da Carlomagno, e ai diplomi degli Ottoni, specialmente a quello di Ottone II, datato da Ravenna 12 gennaio 981. Cosi Ottone III concesse nel 996 al vescovo di Concordia quelle terre tra Livenza e 'ragliamento che appartennero al fisco, e così si dica delle donazioni di seconda mano, le quali non perdevano il loro carattere domenicale, perchè il loro reddito fosse poi destinato « alla sussistenza dei sacerdoti in cura e alla riparazione degli edifici sacri ». E di ciò sono date molte prove storiche tratte da documenti aquileiesi ed altresì concordiesi, anche del tempo successivo in cui i vescovi di Concordia aveva diviso il loro principato in quattro gastaldie. Alla loro volta i vescovi divisero ordi- 9