374 si parla di Girolamo Rorario di Pordenone, contemporaneo del-l’Aleandro e suo amico. Dalla genealogia inedita messa insieme dal dott. Antonio Joppi ricavo che il Rorario, nato nel 1485 e morto in patria nel 1556, dopo essere stato ambasciatore d’imperatori, nunzio di pontefici, vicario imperiale nel capitolo d’Aquileia, pro-tonotario apostolico, depose nel 1545 l'abito ecclesiastico e si sposò con Camilla Savino di Pordenone, con la quale conviveva da 18 anni, avendo avuto di lei quattro figli. Aggiungo che il Rorario è ricordato in tredici lettere comprese nell’opera di P. Balan : Monumenta Reformationis lutheranae 1521-25, stampata a Ra-tisbona nel 1883-84. Ciò ricavo da uno spoglio inedito fatto dal nostro prof. A. Battistella. Tornando all’Aleandro, aggiungo ch’egli nacque in Motta di Livenza nel 13 febraio 1480. Il Friedensburg ci diede una circonstanziata vita di lui, documentata, conducendola fino al 1438. Leggasi nel Voi. i, pag. 28-48 e nel n, pag. 421-444. Di capitale importanza per la vita dell’Aleandro è il Giornale autobiografico (in latino, qualche volta in greco e in ebraico) che M. Henri Omont trasse dai ms. che si conservano a Parigi e a Udine e publicò nelle Notices et extraits des manuscrits de la Bibliothèque nattonale et autres bibliothèques, Paris, imp. natio-nale, 1895, pp. 116, 4° con illustrazioni. In un punto l’Aleandro ricorda come dimorasse un anno, nel 1495, a Pordenone, con Paolo Amalteo per studiarvi sotto la guida di lui. «OSO. Documento su Pomponio Amalteo, comunicato da Vincenzo Joppi e publicato da Dino Mantovani ed altri amici. (Nozze Scarpa-Radaelli) — Udine, Del Bianco, 1893; pp. 8 n. n., 8° gr. (B. C. U.) È in data 10 settembre 1570, tratto dall’archivio notarile di Treviso. Per esso Pomponio Amalteo conta alla quinta sua figlia Quintilia, pittrice di qualche fama e sposa al pittore Giuseppe Moretti di Portogruaro, una grossa somma in livelli sui duecento ducati assegnatile in dote, non compreso il corre lo. L'Amalteo dimorò quasi sempre a S. Vito al Tagliamento, dove mori nel 9 marzo 1588 (rett. n. 98) e fu sepolto a S. Lorenzo, nella tomba di famiglia a sè e ai suoi preparata. —■ È annunziato in Panine friulane, Anno vi, n. 3, copertina.