300 zione, divenne proprietà privata. Anche dal fondaco delle biade coglie l’occasione il valente Braidotti per dettare una pagina assai interessante di storia economica cittadina, riproducendo altresi alcune iscrizioni oggi scomparse. — Fece tesoro di questo lavoro A. Picco in una serie di articoli : Via Cavour ex S. Tomaso, anticamente via del Fieno, in Patria del Friuli, 8, 9, 12-14 marzo 1895, n. 58, 59, 61-63, col. 8, fol. Il Picco s’era dato, anche lui, ad illustrare Udine vecchia nei seguenti : Cos'era via Gemono un tempo, in Patria del Friuli, 7 ottobre 1888, n. 214; L'antico piazzale S. Cristoforo cinquant’anni fa, 22, 23, 25 novembre 1888, n. 279-81; Via del Rosario, novembre 1894; La antica piazza del Fisco e il palazzo Kechler, 2-4 gennaio 1895, n. 2-4, col. 6, fol. 1895. Udine, compilazione di A. Purasanta. (In Le Cento Città d’Italia, supplemento mensile illustrato del «Secolo», Dispensa 65a, 25 maggio 1892) — Milano, Sonzogno, 1892; pp. 8, fol. gr. (R. O-B.) Illustrata da 28 vignette, si presenta questa publicazione sufficientemente esatta, avendo tratto in molta parte i suoi materiali dalla Guida di Udine (V. A. 1886, passi««). La parte storica vi è bene sviluppata, tanto nel racconto delle vicende della città fino ai nostri giorni, quanto nei dati cronologici riguardanti le istituzioni, i monumenti sacri e profani e gli uomini illustri. 1806. Feste nuziali troncate sui campi di Varmo (1299), narrazione edita da Mattia Braidotti e da altri. (Nozze d’Attimis-de Vardacca) — Udine, Del Bianco, 1892; pp. 26, 8°. (R. O-B.) I principali elementi di questo breve racconto furono offerti agli editori dal co. G. B. di Varmo. Nell’anno di cui si parla, Enrico conte di Gorizia, rotta la pace col patriarca Raimondo della Torre, comandò a Folchero di Ausperg, suo capitano in Belgrado, di atterrire i nemici. Infatti mentre, nel 22 febraio 1299, si combatteva in Varmo una giostra per celebrare gli sponsali tra Enrico d’Attimis e Amorosa, figlia di Duringo di Varmo, furono fatti d’improvviso prigioni coi giostranti i popolani e i nobili accorsi allo spettacolo. Però il conte di Gorizia li fece rilasciare, e non ostante si sarebbe accesa nuova lotta, se il patriarca Raimondo non fosse morto l’indomani dell’avveniniento. Gli editori colgono l’occasione per nominare taluno delle due famiglie di Varmo e di Attimis contemporanei e presenti alla giostra.