127 1471. Defraudo e sue conseguenze, di Giovanni Gortani. (In Fagine friulane, Anno i, n. 10, pag. 150 e segg.) — Udine, «Patria del Friuli», 1888; col 6, 4°. (/2. O-B.) Accennata l’origine del Monte dei pegni in Udine, il Gortani si compiace di commentare la storia di un defraudo, seguito da condanna, commesso da un Giambattista Perabò udinese che sul finire del secolo xvn era vice-scontro al Monte medesimo. Il Perabò, di cui la lapide tuttora esistente, riuscì a svignarsela, e fu chiamato responsabile delle 30 mila lire venete defraudate il cassiere Gabriele Conti, di una famiglia derivata da Tricesimo e già chiamata de’ Superbi. Le difficoltà durate dal Conti, comunque ricco, per trovare la somma, e i successivi trapassi del credito, formano una matassa tale che dopo oltre sessantanni non era per anco del tutto dipanata. 147sa. Lo stemma della terra di Valvasone, articolo di F. C. Carreri. (Nella Scintilla, 2 settembre 1888, n. 36) — Venezia, Cordella, 1888; col. 1, fol. (¿1. V. V.) Biasima che il comune di Valvasone scegliesse ad insegna uno stemma capriccioso ed errato, in luogo del lupo nero rampante in campo d’argento, collarinato d’oro, che era lo scudo della prima casa dei signori di Valvasone. — L’articolo è riprodotto nell’Ar-chivio Veneto, Tomo xxxv, pag. 250-1, e in Giornale araldico-ge-nealogico-diplomatico di G. B. di Crollalanza, Anno xvi, pag. 79-80. 1473. Transazione statutaria 3 luglio 1522 seguita fra i nobili consorti Panciera signori di Zoppala e quella Comunità, con avvertenza del can. Ernesto Degani. (Nozze Panciera di Zop-pola-Brusaferri) — S. Vito al Tagliamento, Polo, [1888] ; pp. 23, 8° gr. (R. O-B.) La prefazione è resa notevole da alcune notizie, aggiunte a quanto il dott. Vincenzo Joppi aveva già scritto sui Panciera e sul loro castello di Zoppola (V. n. 419), che essi avevano nel 1405 aquistato, non senza contrasti vecchi e nuovi, dalle due famiglie dei signori di Valvasone e di Prodolone. Fra i castelli che dalla parte marchesca furono rovinati nel 1511 figura quello di Zoppola, onde i consorti Panciera dovettero rifuggirsi a Pordenone. Nella umiliazione dei castellani stava il vantaggio di Venezia, che favoriva segretamente contro di essi le pretensioni delle comunità; onde