CODICE DIPLOMATrCO BARLE'rTANÓ Seguono poi i documenti che trattano del commercio delle pelli di animali e quindi dei confettari e della confectaria esistente in pittagio S. Marie. A questo riguardo nel documento del 5 giugno 1370 — scendendo ad un particolare molto curioso — si parla di una compra di 200 salme di polvere di stingi a ragione di otto tomoli la salma per la spesa di otto once. Lo stingo, albero annoso con foglie sempre verdi, cresce nelle nostre mezzane. Disseccato e triturato serve per conciar le pelli. Ciò — come si è detto — è indice del grande movimento del bestiame in quell’epoca. Altra industria locale era quella dei vasi di creta. È antichissima la industria delle ceramiche e vasi in Ruvo di Puglia, Canosa, Ceglie, Bari, Taranto ed altre città. Nel medioevo continuò; e, a questa produzione, accenna un documento del 1 settembre 1353. Noia, simpatica cittadina della provincia di Lecce, fittala gabella di questi vasi per once 5, restando libero il jus rogavearum dovuto dai maestri artigiani per il lavoro dei vasi in quacumque forma quibus cocnntur. Società bancarie e industriali. Durante il medio evo il commercio bancario tecnicamente non aveva dato che i primi passi e se ebbe un buono sviluppo si deve agli italiani, i quali sin dal secolo XII cambiarono l’esercizio del commercio privato in società di commercianti. D’altra parte la moneta non aveva una unità di cambio tra Stato e Stato e rappresentava una differenza nella valuta tra argento e oro. Coloro poi i quali divennero i maestri nella industria del cambio, nella coniazione delle monete furono proprio gli italiani. Questi per facilità di cose non solo eseguivano la numerazione con le attuali cifre arabe, ma per maggiore movimento di scambio inventarono la lettera di cambio o la cambiale (Vedi Pflungk Harttung. - Stor. Un.). Della cambiale, non nel vero senso della parola, abbiamo qualche esempio nelle pergamene del volume Vili del Codice diplom. barese, dove al n. 90 e al n. 97 (anni 1160 e 1164) si parla di lino scritto di credito che si scambia il debitore col creditore, alla presenza del notaio, impegnando a garanzia alcuni beni. Anche qualcuna delle molteplici società bancarie (circa 80) avevano le loro rappresentanze in Barletta, giacché come dicono il Caggese, il Loffredo e le pergamene del Codice barlettano oltre i Buonaccorsi, gli Antellesi, i Cocchi, i Castellani, i Peruzzi ecc. in questa pubblicazione compariranno di nuovo gli Scali e i Bardi, di cui i primi eseguono una inchiesta e revisione di conteggi nella propria società, gli altri prendono parte ad una vendita di indaco, zinzibaro e cannella, fatta nella città. Si segnalano poi di qua e di là: una società di compromesso; un’altra di masseria; una società di vendita e di scambio e poi — in diversi documenti — il movimento industriale delle saline di Canne e di Salpi, comunemente dette «Saline di Barletta», appunto perchè — come territorio e come direzione amministrativa — dipendevano da questa nostra città, come pure dalla nostra città dipendevano Casale Trinità, Torre di Pietra e il locus Zepponeta. § 3- — Classi e conflitti sociali. La disgregazione politica d’Italia dovuta alle invasioni delle nazioni estere e alla gelosia tra famiglie e famiglie aveva creato nel suo seno Stati e Statarelli. Mai nella penisola potè aversi il sopravvento di uno Stato sugli altri in modo da rendere possibile la unificazione. Falliti i tentativi degli Svevi e della dina-