PREFAZIONE^ Questa seconda raccolta di documenti barlettani, come la precedente, ha lo scopo di contribuire in minima parte a mettere in evidenza la virtù di questo lembo di terra a torto accusato, come « terra di conquista, terra vuota di ogni politico e civile avvenimento ». E a questo proposito basterà ricordare cbe in Puglia i primitivi abitanti si fusero con i greci, con i longobardi, con i normanni, con i franchi e che da essi venne fuori un popolo tutto nuovo, un popolo un po’ diverso dagli altri; un popolo che possiede il primato nel progresso sociale e statale di tutta l’Europa, per farsi convinti di quanto si asserisce. Un tale popolo, come scrive Benedetto Croce, toccò il sommo della gloria al tempo della monarchia, fondata da Ruggiero il normanno e da Federico di Svevia, quando sotto il baronaggio trionfarono le libertà comunali; il feudo fu trasformato in allodio; si aumentarono le relazioni con l’Oriente — specialmente durante le crociate —; si introdussero lo studio della geografia e dell’arte della seta, e lo stesso Federico, oltre al forte impulso dato al commercio e all’agricoltura, ripristinò nella legislazione il diritto romano e lo elevò ad altezza così onorevole, per mezzo di uomini eminenti (tra i quali rifulse Andrea Bonello da Barletta), che meritò l’elogio dei più dotti del suo tempo. Nei municipi, nelle città si elessero consoli e podestà, ma Manfredi si oppose che tanto fosse avvenuto in Barletta e in Foggia che riconobbe sempre come città regie e di regio demanio. In queste città di Puglia, come ho detto, e specialmente nella nostra, nacque per prima la poesia volgare e un’arte magnifica e cospicua per la costruzione delle cattedrali e dei castelli principeschi. Arte che toccò l’apogeo con Nicola Pisano, nativo di Bari, e poi con Echemberto, il narratore e il cantore della epopea nazionale per la vittoria dell’Arcangelo S. Michele sul Monte Gargano. In Puglia apparvero diverse nazioni e diverse razze: islamiti, bizantini e romani; e anche oggi la stessa Puglia, mentre si addita come terra di antitesi: che parla alla fantasia e al cuore, è però la terra in cui si risolsero le sorti di parecchie nazioni. Ed esempi evidenti sono la battaglia tra i romani e i carta- (i) Estratta dalla conferenza dal titolo «Barletta nel ’300», Ietta nella sala dell’Associazione ,« Amici dell’arte e della storia barlettana », il 16 novembre 1930.