PREFAZIONE XVII Diciamo poche cose di ciascuna. 1. - Nazareth: A seguito dei tradimenti e del panico sorti tra le file dei Crociati, dopo il terribile eccidio di Tolemaide (1291); perduta ogni speranza di possedere il S. Sepolcro di Cristo, i crociati stessi evacuavano le città della Palestina e il reame di Gerusalemme e approdavano nei porti e nelle città più sicure. In Barletta difatti si stabiliscono e muoiono Baldovino, re latino di Gerusalemme (1267); Ran-dulfo, Patriarca di Gerusalemme (1299-1304); Ermanno Saltz, gran maestro dei teutonici, sepolto in S. Tommaso, oggi S. Agostino; fra Oddone de Pisis, gran maestro gerosolimitano, morto e sepolto in S. Giovanni gerosolimitano di Barletta (vedi Marulli). In Barletta fissano la loro dimora, nella chiesa di Nazareth presso le mura della città, gli Arcivescovi Nazareni cominciando da Ivone, appunto perchè questa chiesa sin dal 1169 era alla dipendenza di Nazareth della Palestina. Ad Ivo, morto il 1339, in partibus Apulie, succede Petrus, Ricardus, Guillelmus Belvaysius traslato nel 1370 alla sede Torretanaed altri. Tra i beni della Chiesa se ne annoverano ad Andria, Policastro, Brindisi, Cancelleria, Firenze, Napoli, Marsico, Oppido, Padula, Potenza, Vaglio, Sapo-nara, Tortorella, Sicilia, Cipro, Lombardia, Francia, Spagna, Ungheria, Alemagna. Alla Sede Nazarena nel 1455 fu unito il Vescovado di Canne e poscia nel 1534 quello di Monteverde e Carbonara. Distrutta la chiesa Nazarena fuori le mura, l’Arcivescovo Figuera, nel 1572, ne costruì l’attuale sull’area della chiesa di S. Bartolomeo. L’Arcivescovado glorioso fu soppresso nel 1S19, e unito il capitolo Nazareno con quello dell’attuale cattedrale, nel 1829. Di questa aureola di cui si adornava e si adorna Barletta ne dovremmo andare sempre superbi e continuamente ne dovremmo esumare la memoria ad emulazione dei futuri. 2. Canne: Canne perì: della sua chiesa non ci restano che poche pergamene di cui andiamo curandola pubblicazione. Per l’attività di questa Associazione culturale e del Municipio di Barletta si stanno curando i primi saggi di scavi nell’antica città. Ci auguriamo che la collina diventi subito proprietà del Municipio e che con gli scavi si arrivi a risultati soddisfacenti. Di Canne possedevamo tutto il territorio dal 1294, ma dal tempo dei francesi ci venne in parte smembrato- I sacri resti mortali di S. Ruggiero, nostro protettore, di cui ne fu eseguita una ricognizione nel 1925, restano per noi la fulgida gemma dell’Episcopato Cannese e della grandezza di quella città che tutta si trasferì e continua a vivere perenne nella città di Barletta. 3. S. Giacomo: È una delle chiese più antiche di Barletta. Rimaneva alla dipendenza dei benedettini di Monte Sacro (Gargano) e come da una Bolla di Adriano IV rimonta almeno al 1158 (Ughelli). Può essere che questa chiesa sia sorta sopra i ruderi di un tempio pagano, dedicato ad Iside: culto che nella Puglia era esteso sin dal primo secolo dell’era volgare (vedi Pflungk-Harttung) e di cui si scoprirono alcune monete nei riatti fatti alla chiesa, nel 1910, ma di ciò nulla nei documenti. Ultimamente in un elenco di Vescovi di Manfredonia, pubblicato in occasione del Sinodo diocesano si afferma che un Vescovo di Siponto, certo Vitaliano II, fu nell’anno 643 sepolto nella chiesa di S. Giacomo di Barletta; ma ciò senza nessun fondamento. Similmente errata si deve ritenere la notizia data dallo studioso di cose patrie Sav. Francesco Vista sui due Vescovi Cannesi Guglielmo e Pasquale sepolti in S. Giacomo di Barletta del (1155). Di essi è certo che Guglielmo fu sepolto in S. Maria (1199) de Pulsano, come l’Ughelli riferisce nel voi. VI, e Pasquale morì il 1339 come più sopra si è dichiarato. Per comodità dello studioso ecco un elenco dei Priori o Prevosti benedettini in S. Giacomo: 1173: Stabilis — 1182: Petrus — 1188: Guillelmus — 1191: fr. Augustinus — 1197: Falcus — 1200: fr. Dominicus — 1207: Bassallus — 1211: Dominicus — 1218: Guillelmus — 1249: De-metrius — 1257: Goffridus — 1316: fr. Martinus — 1324: fr. Nicolaus — 1345: Iohannes de Vestis — 1355: fr. Petrus de Venusio. La chiesa fu dichiarata parrocchia il 1594 dall’arcivescovo Giulio Caracciolo. 4. S. Sepolcro: Durante il tramonto del regno Angioino era salita a grande importanza la chiesa di S. Sepolcro per il continuo affluire dei crociati e dei pellegrini che numerosi arrivavano a Barletta. Essa poteva gareggiare con le altre chiese della città per la sua antichità, per la ricchezza dei possedimenti, per la bellezza artistica. Le prime notizie intorno alla sua esistenza rimontano al 1128. Un documento del 1138 dice che la chiesa sorgeva fuori le mura e un altro del 1144 dentro le mura della città. Ma più chiaramente nel 1162 già si parla di un clero regolare e secolare che l’officiava, della giurisdizione che esercitava; del battistero, del cimitero che posse-