XVIII CODICE DIPLOMATICO BARLEXTANO deva, e ciò dico contro coloro i quali sostengono che la chiesa sia, nella totalità, costruzione del secolo XIII. (Vedi mio articolo su « Arte e Storia », Bollettino dell’Associazione « Amici dell’arte e della storia barlettana », 1929, n. 6). A tali oppositori rispondo come segue: Sulla base dei documenti sopra citati la questione della costruzione della chiesa si inizia, ma la risoluzione non può essere quella che «la fabbrica odierna rimonti alla fine del secolo XIII », nè peggio si può con tutta certezza asserire che l’architettura « abbia conservato in pieno le caratteristiche dello stile gotico-borgognone ». In quanto all’epoca lo Scultz riconosce che la presente chiesa gotica sia stata elevata sopra «un antico piano romano»; il Bertaux le assegna il secolo XII come principio di vita, dopo la distruzione della città di Bari (1156). Comunqne anche io nel mio articoletto riconoscevo che il completamento della chiesa fosse avvenuto nel secolo XIII. Mi discosto però assolutamente dai sostenitori di uno stile borgognone e ripeto che non solo il Bertaux, francese, riconosce in questo monumento elementi costruttivi di origine prettamente locale, per esempio « i contrafforti del lato nord uniti gli uni agli altri da un seguito di archi », ma con il Massarani, il Rivoira, il Natali, il Vitelli e molti altri affermo che esso è costruzione di arte pugliese. Certo in una breve nota come la presente non si può intavolare e dipanare la vexata quaestio del gotico nel meridionale d’Italia. A via di fatti però i sopra nominati autori italiani dimostrano che non solo « le chiese erette sotto i Normanni in Sicilia e nell’Italia meridionale siano costruite su modelli italiani », ma fìnanco che « l’arte borgognona sia una filiazione dello stile lombardo ». Portano per esempio le chiese di S. Nicola e S. Cataldo di Lecce, quelle di Lanciano, Altamura e molte altre da me citate nel predetto articolo. E’ cosa poi poco gradita osservare che mentre gli italiani hanno così bellamente impostato e con dignità una questione di arte locale, poggiata sui nomi degli artisti che vengon fuori dalle pergamene; mentre io stesso accennai all’antichità dei nostri codici riprodotti in carattere gotico a simiglianza della costruzione architettonica; mentre i francesi e i tedeschi moderni si orientano verso questa corrente, proprio il redattore (p. 1.), nella nota segnata in calce al predetto articoletto, dalla nostra cara Barletta, lancia il grido che S. Sepolcro conserva lo stile prettamente borgognone. Per riguardo ai recenti restauri non condivido la perfetta riuscita dei lavori. In primo luogo perchè la brutta inferriata ha come imprigionato il magnifico monumento. Poscia perchè un più brutto fossato che in profondità va al di là del piano stradale e del reale basamento della chiesa, non può avere una generale approvazione. Se esso invece fosse stato formato da una spianata più larga, corrente lungo i lati della chiesa con una brevissima scalinata leggermente degradante, in modo da dar aria e luce piena alla sfilata degli archi, senza forse, avrebbe avuto l’approvazione di tutti. Anche l’attuale facciata della chiesa non è costruzione del « periodo barocco », ma del principio del 1800, come risulta da diversi bonorum della chiesa. Do inoltre l’elenco di alcuni priori e dei beni della chiesa. I documenti ricordano priori: un Azo nel 1160; Nicolaus 1162; un Iohannes Almericus nel 1273, e poi fra Paulus Petri (1368); fra Ni-colaus (1373); fra Raynus de Sabrano (1376) ecc. Tra i suoi beni, in un documento del 1324, pubblicato nel presente voi., si ricordano le seguenti masserie: Casale nuovo, S. Quirico, Foggia, Borgonione, Salpi, Trinità, S. Maria de Salinis, Bei-monte, Lama, Bersentino. E da una scheda del not. D’Elia: Il casale Alberone con gli abitanti e con 498 versure; le terre di Casal Trinità, Pozzo Monaco, Pozzo Marano, Tuppo russo, Torre Lama di S. Giovanni, Torricelle, S. Brescia, Spinalva, Ospedale, S. Nicola, Pezze delle ferole in Cerignola, Pantanello, Lago d’Arco, Ranalicchio, Lagacchione, la Vela, il Tempio in via Trani e poi, nella città di Barletta, la chiesa di S. Sabino, S. Maria della Porta, S. Giovanni e il Crocifisso di fronte alla chiesa di S. Maria della Vittoria. § 5. — Rapporti e disposizioni giuridiche. 1. La condizione giuridica della popolazione è varia: c’è quella che dipende direttamente dai feudatari laici od ecclesiastici e quella che possiede terre demaniali del re: homines demanii (vedi volume precedente). In questo tempo si trovano ancora esempi di servi e di schiavi nel vero senso della parola, ma sono pochissimi. Secondo il Carabellese qualche volta la qualifica sclavus veniva data al cittadino di Schiavonia e in tempo più recente