PREFAZIONE XV tro di loro istituì un processo per i delitti commessi e specialmente per quello di lesa maestà, vennero difesi dal poeta Francesco Petrarca verso l’ottobre del 1343. E tanto per chiudere intorno ai Pipino ecco come riepiloga in modo poco onorevole lo scrittore della vita di Cola D’Arienzo. « Lo Paladino, lo quale ruppe Roma, finao male e vituperosamente morio. Fo fatto questo anni otto; fu appeso per la canna, in Puglia, in una sua terra, dove era Paladino, la quale aveva nome Altamura; in capo li fu posta una mitra de carta a modo di corona. La lettera diceva così: Missero Ianni Pipino Cavalieri d’Altamura, Paladino, Conte di Minerbino, signor de Vari, liberatore de lo puopolo de Roma. Nanti che fusse appeso molto se reparava con sio parlare. Diceva: Non sonno de lanaio de essere appeso. Moneta, saiza fatta, non haio, nè dego portar mitra. Se dato è per lo mio mal far che io mora. Tagliateme la testa. La resposta de li Regali fu questa: Per le toe stomacherie lo re Roberto te impresonao in perpetuo carcere. Lo re Andrea te liberao. Sonno amaramente muorto; de le mano de Regali campare non potevi. Solo Roma te recepeo et si te salvao. Tu li tolesti lo suo buono stato. Tornasti in gratia de li Regali, poi ti facesti capo de granne compagnia. Arcieri e arrobatori in toe terre allocavi; tutto lo reame consumavi, derrobavi, predavi, Re di Puglia ti facevi. Dunque degna cosa è che toa vita fine aia laida e vituperosa como lao meritato ». 3. La famiglia Bonetti. — Mentre le famiglie de’ Della Marra e di Pipino si estinguevano per motivi politici dopo secoli di vita, rimane presso di noi la famiglia del Marchese Bonelli, vivente nel signor Giuseppe e nei figli. Le origini di questa famiglia, in Barletta, al di là di Matteo di Sicilia che uccise Maione, sono oscure. I Bonello compariscono definitivamente costituiti al tempo di Guglielmo con una Comestabulia e come milites feudatarii che fanno onore alla stirpe. Fra tutti quello che maggiormente si distinse e di cui in questo II volume del Codice si riportano diversi documenti inediti, è Andrea Bonello, stimatissimo giureconsulto del secolo XIII. Nato in Barletta verso il 1190, si laureò in giurisprudenza verso il 1220. Fu avvocato fiscale e assistente della Corte Capuana, professore ordinario e Regente nell’Università degli studi giuridici in Napoli dal 1246 al 1272. Fu nominato Senatore e poscia Conte al tempo di Carlo I d’Angiò. Morì in Napoli tra il 1272 e 73. Di lui già parlai in un altro discorso agli Amici dell’arte e della storia barlettana, e perciò passo oltre. La storia ricorda pure un Francesco Bonelli, priore di S. Sepolcro di Barletta, il quale, nel formidabile assedio ordinato da Maometto II contro l’isola di Rodi, con due navi barlettane potè portar vettovaglie ai Crociati passando incolume tra lo sparo di 162 navi nemiche che assediavano quel gran porto. Il codice accenna poi a moltissime altre famiglie barlettane che per brevità non trascrivo. (Vedi indice dei nomi propri). § 4. — Movimento Religioso. 1. La protratta dimora dei papi in Avignone (1309- 1379) dette per conseguenza il pernicioso scisma d’Occidente, durante il quale la regina Giovanna e il regno di Napoli — cui aderirono la Francia, la Scozia e gli Stati della Penisola Iberica — stettero per lo scisma ossia con l’antipapa Clemente VII, eletto da un